Giorgia Meloni è certamente un politico da osservare con attenzione.
Giorgia Meloni, l’ascesa di una nuova leadership
Del resto, il mondo politico stesso sembra vivere una nuova fase in cui la leadership all’interno dei partiti genera un’attenzione, un consenso e un seguito spesso superiori a quelli del movimento stesso. Punto imprescindibile per i fenomeni populisti la forte ascesa del singolo non può, in ogni caso, essere assunta come paradigma unico e incontestabile per fare di questi soggetti politici delle espressioni di populismo. Dopo l’enorme attenzione prestata da giornalismo ed editoria a Matteo Salvini e alla trasformazione della Lega Nord nella “sua” Lega nazionale sembra arrivato il momento di spostare lo sguardo verso un astro nascente: Giorgia Meloni.
Giorgia Meloni: la generazione Atreju nel libro di Boezi
Con Fratelli d’Italia in forte e costante crescita, sia secondo i sondaggi che i voti reali nelle tornate elettorali che si sono succedute negli ultimi due anni, il focus sulla “sorella della Garbatella” Giorgia Meloni risulta necessario per politologi e addetti ai lavori per stare al passo con una politica che si muove sempre più rapidamente.
Primo ad occuparsene è stato il giornalista Francesco Boezi con il suo “Fenomeno Meloni. Viaggio nella Generazione Atreju” edito dalla veronese Gondolin. L’agile volume di Boezi, scritto in maniera scorrevole e denso di interviste ai protagonisti degli eventi, ha il merito di porre un punto di partenza, il congresso di Viterbo di Azione Giovani (sigla giovanile di Alleanza Nazionale), comune a tutti coloro che al fianco di Giorgia Meloni hanno ricostruito una casa per la destra italiana.
Le vicende ripercorse, con la capacità della cronaca, consentono di capire quanto Giorgia Meloni sin dall’inizio degli anni Duemila abbia lavorato sulla capacità di fare squadra, gruppo se non comunità, parola purtroppo finita in soffitta per volere della neolingua del pensiero unico. Il contesto di partenza è, infatti, quello delle correnti di An che nel movimento giovanile vedevano la possibilità concreta di un ribaltamento di forze. Che i giovani siano più incendiari che pompieri è noto eppure la Meloni, candidata in quota “gabbiani” da Rampelli, riuscì, per pochissimi voti, a spuntarla sul candidato della destra sociale, allora capeggiata da Gianni Alemanno e Francesco Storace.
Ogni nome, ogni “colonnello” come venivano chiamati i capi-corrente del partito post-missino ha fatto poi il proprio ritorno a casa ma è la generazione Atreju, quella dei campi di settembre svolti a Roma tesi al richiamo della comunità nazionale, ad aver posto le basi di un ritrovato successo. Non bisogna dimenticare che quando a quaranta giorni dal voto per il rinnovo di Camera e Senato nel 2013 la leader romana diede vita al nuovo partito con uno strappo a destra del Popolo della Libertà a seguirla furono in pochi, anche per la paura concreta di restare fuori dal Parlamento per un’intera legislatura. Tra i pochi due uomini con storia e provenienza diversa: Guido Crosetto e Ignazio La Russa ma soprattutto i coetanei della Meloni, oggi protagonisti della linea politica-organizzativa di FdI tanto nelle due Camere nazionali quanto all’Europarlamento. Ed è proprio a loro che l’autore cede la parola nella seconda parte del testo con interviste dense di ricordi e aneddoti ad Augusta Montaruli, Giovanni Donzelli, Carlo Fidanza, Nicola Procaccini, Giovanbattista Fazzolari, Carolina Varchi e Francesco Lollobrigida.
La Meloni, il conservatorismo e l’identitarismo da cui emerge il sovranismo
Nell’ultima parte del libro vengono fuori le anime di un partito in crescita in cui pur ascrivendosi tutti alla corrente unica meloniana emergono differenze di forma e contenuto tra gli intellettuali che vorrebbero una saldatura definitiva tra FdI e il conservatorismo, formula senza precedenti partitici nel Belpaese, e quelle comunità territoriali che sono già oggi la spina dorsale del partito in tantissimi avamposti lungo lo stivale, in particolar modo facendo riferimento alla galassia della destra sociale di Casaggì.
In questo futuro ancora da scrivere tutti concordano, però, sul concetto di sovranismo, una formula, un’evoluzione anche in prospettiva governativa per superare il populismo e passare dalla protesta alla proposta.
(di Luca Lezzi)