Gli squadristi della Silicon Valley nuovi idoli della sinistra

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Da Marx e Lenin agli ultra-milionari della Silicon Valley. È la nemesi della sinistra politicamente corretta che in queste ore gioisce per la censura ai danni del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, che ha colpito moltissimi seguaci del tycoon, soprattutto su Twitter che ha fatto letteralmente tabula rasa. Come riportato dall’Agi, l’azienda di San Francisco ha spiegato la sua decisione evocando i rischi di “nuove istigazioni alla violenza”, due giorni dopo i disordini dei sostenitori di Trump che hanno invaso il Campidoglio per diverse ore. “Le nostre regole di interesse pubblico esistono per consentire alle persone di ascoltare direttamente ciò che i funzionari eletti e i leader politici hanno da dire”, ha aggiunto la società, “tuttavia, abbiamo chiarito per anni che questi account non sono completamente al di sopra delle nostre regole e che non possono utilizzare Twitter per incitare alla violenza, tra le altre cose”.

I milionari della Silicon Valley nuovi idoli della sinistra

Parole che non possono, in alcun modo, giustificare la violenza squadrista dei nuovi censori Big Tech. Che la sinistra, anche in Italia, esalta. Come l’ex Lotta Continua Gad Lerner: commentando all’agenzia Adnkronos la decisione delle piattaforme social di censurare il Presidente Usa Donald Trump, spiega che le aziende Big Tech avrebbero dovuto agire prima e mettere a tacere l’odiatissimo tycoon. “Dovevano farlo prima. Si sarebbe evitata la convocazione di un esercito sedizioso, profondamente plasmato dalle menzogne diffuse da Trump. Se lo facessero anche in Italia con alcuni non sarebbe male” spiega Gad Lerner all’Adnkronos circa le polemiche scaturite dalla sospensione dai social dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump in seguito agli scontri avvenuti a Capitol Hill. “Da sempre penso che i social hanno dei proprietari e degli editori che devono avere una responsabilità culturale -sottolinea Lerner – i social come colpa hanno quella di aver troppo poco filtrato le menzogne e le denigrazioni che ci sono state in questi anni perciò arrivano molto in ritardo”, conclude il giornalista.

La sparata di Gad Lerner: “Giusto censurare Trump”

Come ho scritto su IlGiornale, curioso che un uomo “de sinistra” come Gad Lerner affidi le sorti della democrazia a un gigante della tecnologia. La resa definitiva della sinistra alla Tecnica. Ma le sue parole, dopotutto, sono emblatiche di ciò che è diventata la sinistra politicamente corretta oggi: per la libertà di parola, per la tolleranza, per la democrazia, ma solo quando tocca agli amici. Verso i nemici, si applica la censura decisa dal multi-milionario Mark Zuckerberg che a suo piacimento può decidere chi può parlare e chi no. Lerner, tuttavia, dovrebbe comprendere che la democrazia è un’altra cosa: e per quanto disprezzabile e odioso possa essere l’avversario politico, il diritto di parola ed espressione sancito dalla Costituzione – in quella americana dal Primo Emendamento – è intoccabile. È sacro. Altrimenti non parliamo di democrazia ma di ben altri sistemi che di democratico non hanno nulla.

Un professionista serio come Federico Rampini lo ha compreso e ribadito su Twitter:

Gli squadristi della Silicon Valley nuovi idoli della sinistra

 

 

 

 

(di Roberto Vivaldelli)

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