Controdiscorso di Capodanno al presidente Mattarella

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Caro concittadino Mattarella, a Capodanno la sua sola presenza ci irrita e ci infastidisce.

A differenza sua, che come dice, ha “trovato difficoltà a trovare le parole giuste”, noi, al contrario, ci abbiamo messo mezzo secondo. Forse un centesimo di secondo, è bastato udire il primo suono proveniente dalla sua bocca, per trovare tutte, ma proprio tutte le parole da rivolgerle. Certamente non belle, ma questo è un altro discorso.

Mattarella, i suoi auguri di Capodanno ci mettono tristezza

Caro concittadino Mattarella, a Capodanno lei è riuscito in un’impresa ardua: essere ancora più odioso che nei restanti 364 giorni. Perché già partire con il presunto desiderio di tornare a una vita normale, quando – testuali parole – ci ammonisce affinché “la paura non prevalga e si trasformi nell’energia necessaria per ricostruire” scusi, ma fa a metà tra il ridere e il piangere, forse entrambe, in uno stato d’animo di isteria nervosa difficilmente controllabile.

Come vuole ricostruire, concittadino Mattarella? Con quali denari? Quell in prestito o – se va bene – gli altri tratti da bilanci europei che provengono da nostre tasse, non si capisce in quale modo pagabili dal momento che la quasi totalità delle nostre attività sta fatturando poco o nulla?

E come vuole ricostruire, concittadino Mattarella, se siamo costretti a pagarvi imu, irpef, irap e quant’altro senza aver avuto la libertà di produrre, di lavorare, di vivere? Concittadino Mattarella, ci scusi se siamo diretti, ma forse a Capodanno – come da quando è nostro presidente d’altronde – sta continuando a prenderci per i fondelli?

Davvero ci augura ciò che non è fattibile – basterebbe soltanto la gabbia europea a renderlo una barzelletta – soltanto per il gusto di farlo? Comprendiamo la necessità degli auguri ufficiali, ma ci sono tanti modi per esprimerli, e proseguire con le banalità anche nel 2020 (dopo aver ascoltato quelle degli anni precedenti) in un momento in cui ci stiamo impoverendo visibilmente, beh, è quanto meno da acidità di stomaco irreversibile.

Ci risparmi le fregnacce sugli “aiuti europei innovativi”, però. Almeno quello. Si rifugi in considerazioni ancoora più generiche, sarebbe più onestamente più accettabile.

Quanto è poi irritante dover ascoltare bestialità quali “l’Europa che agisce su basi nuove”, una circostanza esistente solo nella sua testa e in quella dei tanti euroinomani i quali, ahimé, continuano ad aprire bocca anche dopo le colossali figuracce dell’ultimo anno.

Che il 2021 sia l’inizio della sua fine politica e di tutto il sistema di cui è servo. Lei non ha il diritto di parlare di anniversario dell’Unità d’Italia, del Risorgimento, ed è oltremodo stomachevole sentirla anche solo nominare il Milite Ignoto.

Con estremo disprezzo, buon anno.

(di Stelio Fergola)

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