Graham, Obamagate

Obamagate, Lindsey Graham: “Una vendetta politica contro Trump”

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Negli Usa esplode lo scandalo Obamagate. Il senatore Lindsey Graham, a capo del Comitato giudiziario del Senato degli Stati Uniti e molto vicino al presidente Donald Trump, ha messo in dubbio l’operato dei funzionari dell’amministrazione Obama coinvolti nell’unmasking dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Michael Flynn, affermando che tale azione dovrebbe essere fatta solo per chiari motivi di sicurezza nazionale. “Ecco la preoccupazione: se non hai un motivo di sicurezza nazionale, stai fondamentalmente spiando un avversario politico”, ha detto il repubblicano della Carolina del Sud a Fox & Friends.

“Qual è il motivo della sicurezza nazionale per procedere con l’unmasking di Flynn? Non riesco a pensare a uno. Ma, credo, dato il loro comportamento, stessero cercando di sbarazzarsi di Flynn, e se hanno usato il nostro apparato di intelligence per agire fondamentalmente con una vendetta politica, questo è agghiacciante”.

Le dichiarazioni di Graham sull’Obamagate

Le dichiarazioni di Graham giungono dopo che sono stati rivelati i funzionari dell’amministrazione Obama che chiesero di “smascherare” l’identità di Flynn durante il periodo di transizione presidenziale.  L’elenco è stato declassificato nei giorni scorsi dal direttore dell’intelligence nazionale Richard Grenell e quindi inviato ai senatori repubblicani  Chuck Grassley e Ron Johnson, che hanno reso pubblici i documenti. L’elenco presenta figure di alto livello tra cui l’allora vicepresidente Joe Biden, oltre all’ex direttore dell’FBI James Comey, l’allora direttore della CIA John Brennan, l’ex direttore dell’intelligence nazionale James Clapper e l’allora capo dello staff di Obama Denis McDonough. Graham sostenne che i principali funzionari dell’amministrazione Obama “odiavano” Flynn e volevano impedirgli di assumere l’incarico di consigliere per la sicurezza nazionale di Trump.

Trump e l’ “Obamagate”: il presidente “festeggia” sui social

Donald Trump è un istintivo, sarà per questo che sembra quasi “celebrare” la sua vittoria contro il vecchio Deep State sui social network. Un Obamagate al giorno, o quasi, dal momento che il Tycoon da giorni non fa altro che ricordare il possibile coinvolgimento dell’ex-presidente addirittura nella montatura dello scandalo del Russiagate, allo scopo di emarginarlo, insieme a Michael Flynn, portando entrambi fuori dai giochi. Comincia da pochi giorni fa il “narcisismo trionfalistico” di  Trump su twitter, a urlare al coinvolgimento di Obama nel complotto contro di lui:

Obamagate

Decadono le accuse contro Flynn

Sono decadute ufficialmente tutte le accuse contro il tenente generale Michael T. Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump dal 20 gennaio al 13 febbraio 2017, tra le prime “vittime” dell’inchiesta sul Russiagate. Secondo quanto riportato dall’Associated Press, il Dipartimento di Giustizia ha confermato poco fa che farà decadere tutte le accuse contro il primo consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump. Nei documenti giudiziari depositati stamani, il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che sta abbandonando il procedimento giudiziario “dopo un’analisi ponderata di tutti i fatti e le circostanze del caso, comprese le informazioni recentemente scoperte e divulgate”.

Come riporta l’Adnkronos, il dipartimento di Giustizia ha detto di non credere più di avere le prove a sostegno di accuse contro il generale. “Il governo non è persuaso che l’interrogatorio del 24 gennaio 2017 fu condotto su basi investigative legittime e quindi non crede che le dichiarazioni di Flynn possano costituire una prova anche se fossero non vere – si legge nella mozione -inoltre non crediamo che il governo possa neanche provare oltre ogni ragionevole dubbio che vi siano state dichiarazioni false”. Poco prima della presentazione di questa mozione uno dei principali procuratori del caso, Brandon Van Grack, che era stato uno dei collaboratori di Mueller, ha lasciato all’improvviso e senza spiegazioni l’incarico.

 

 

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