FMI nega prestito al Venezuela: ecco chi usa il covid per scalzare Maduro

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L’emergenza mondiale dettata dal coronavirus ha anche dei sostenitori. Si tratta di esseri necrofagi quali l’amministrazione statunitense in carica, il suo fantoccio in Venezuela, Juan Guaidó e la filiale economica affonda-Stati del Fondo monetario internazionale.

Il fallimento dell’operazione Guaidò

A poco meno di un anno e mezzo dalla ribalta l’operazione Guaidó, volta a spodestare Nicolas Maduro dalla presidenza del Venezuela, si è infatti arenata del tutto. All’inizio del 2020 il trentaseienne leader di Voluntad Popular (Volontà Popolare, VP) ha perfino perso l’appoggio di una parte della frastagliata coalizione antichavista, accordatasi con la maggioranza per sostituire proprio Guaidó alla presidenza dell’Assemblea Nazionale per poi trovare un accordo per la partecipazione alle elezioni per il rinnovo della stessa, che dovrebbero tenersi entro la fine dell’anno.

Coronavirus occasione per il regime change in Venezuela

Una nuova possibilità oggi giunge, però, dall’emergenza sanitaria a cui il Covid-19 sta sottoponendo l’intero globo. In quest’ottica il rifiuto, trinceratosi dietro l’impossibilità di riconoscere ufficialmente l’esecutivo socialista di Maduro come il solo e legittimo governo di Caracas, da parte del Fmi di far pervenire un prestito di 5 miliardi di dollari alle esigue casse della nazione sudamericana risulta null’altro che l’ennesimo tentativo di aumentare il malcontento popolare per favorire un regime change che gioverebbe non poco alla Casa Bianca in vista delle elezioni presidenziali di novembre.

Venezuela nel caos? Occasione per Trump

Fra gli stati in bilico, i cosiddetti Swing states, figura, infatti, sempre quella Florida in cui il voto ispanico è oramai determinante. Una componente solitamente più vicina ai democratici potrebbe riconoscere a Donald Trump una vittoria in politica estera contro l’odiato socialismo che è avversato dalla maggioranza degli esuli latinoamericani stanziatisi nello Stato meridionale degli Usa. In ogni caso Maduro ha predisposto già una serie di misure per combattere il contraccolpo economico della forzata quarantena bloccando, tra l’altro, il pagamento degli affitti di negozi e prime case per sei mesi e sancendo il divieto di licenziamento per i lavoratori fino al 31 dicembre.

Insomma ancora una volta sulle spalle di inermi cittadini, ovviamente di quelli meno abbienti, si giocherà una partita politica che vede in ballo due opposte visioni del mondo e della società.
(di Luca Lezzi)
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