Quando sarà finita, spero che un mio sogno si realizzi.
Spero che tutti gli italiani seguano questo meraviglioso spunto dell’attore Svevo Moltrasio, che mette in fila, con rammarico, quante cose ci perdiamo, ogni giorno, da inconsapevoli, depressi e abbattuti.
Quanto non ci rendiamo conto di vivere un luogo pazzesco, fuori dall’ordinario, dalla storia e dalla stessa “usuale” civiltà umana. Passa in rassegna in un video commovente e poetico tutto ciò di cui ci dimentichiamo, distratti dagli imbecilli allarmi antifasciti e antirazzisti, dalla criminalizzazione della Patria che in 50 anni ha distrutto una comunità e una cultura.
Quando sarà finita, viaggeremo per l’Italia
Quando sarà finita, andate dai vostri parenti, amici e fratelli. Raccontategli la quarantena, la reclusione forzata, cosa avete imparato e cosa non vi è piaciuto, cosa vi ha fatto crescere e anche ciò in cui vi sentite peggiorati.
Abbracciateli forte, più di quanto mai abbiate fatto in vita vostra. Perché ne avrà bisogno, che ci crediate o meno, anche il vicino di casa, anche chi non vi conoscerà affatto. Ve lo garantisco, ci sarà qualche cosa che lo farà percepire, sentire, ascoltare: nell’aria.
Quando sarà finita, viaggiate. Lasciate perdere l’estero, almeno per un po’, anche quando altrove sarà passato tutto. Concentratevi su casa vostra. Su casa nostra. Visitate luoghi che all’apparenza vi sembrano lontanissimi, luoghi che avete sempre recepito lontani da casa vostra.
Da Napoli spostatevi sul Vittoriale del Garda, e restateci almeno qualche giorno. Da Venezia, andate sul Gargano, nel Salento, sulle costiere amalfitane.
Osservate gli scavi di Pompei, di Ercolano. Soffermatevi. Restare almeno dieci minuti a contemplare il Sacrario di Redipuglia, le coste rocciose di Porto Venere, il Duomo di Milano, Piazza San Marco a Venezia, il centro storico di Siracusa, gli Uffizi, l’Arena di Verona.
E per carità di Dio, non scordatevi di tutte le altre isole, quelle grandi e piccole, senza eccezioni. Non scordatevi della Sardegna, con il suo mare cristallino e i suoi golfi meravigliosi, non dimenticatevi di Capri, di Ischia, dell’intera Sicilia, delle Tremiti, delle Eolie, dell’Elba.
Quando sarà finita, riscopriremo l’Italia. E potremo amarla di più
Andate a Firenze a mangiare il Lampredotto, a Napoli a provare il panuozzo, a Milano l’ossobuco, nel Lazio e nell’Abruzzo strafogatevi di Carbonara, in Sicilia di Cannoli. Fanno male e non è un invito alla sregolatezza alimentare, ma per festeggiare, si sa i banchetti sono un dovere.
Ma non pensate solo a questo. Non pensate solo al cibo. Pensate, anzi scoprite, tutti gli esempi umani che la nostra terra ci ha dato, da Trento a Lampedusa. Provateci. Non date retta a chi vi ha detto che non valiamo niente. Lasciate passare per sempre quella tentazione. Soffocatela, sopprimetela.
Li cito in ordine ed epoche sparse, ma guardate a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a Mario Fiore, a Enrico Toti, ad Ercole Ercole. E poi ancora a Cesare Battisti, a Nazario Sauro, ad Enrico Mattei e a Bettino Craxi, in una lista che potrebbe essere infinita, straziante. In ogni anno, secolo, o periodo. Perché l’Italia c’è sempre stata, anche se qualche anima orribile vuole ucciderla.
I fiorentini abbraccino i pisani, i bresciani lo facciano con i bergamaschi, i napoletani con i salernitani. I meridionali con i settentrionali. E così via. Apprezzi ciascuno ciò che ha l’altro. Perché invero non è dell’altro, ma di tutti noi. Oggi, nei prossimi anni, per sempre.
Senza fretta: in questa situazione è l’unica cosa che non ci serve.
Con pazienza e parsimonia. Quando sarà finita.
(di Stelio Fergola)