Ebbene sì: il Washington Post è riuscito a definire il defunto – così pare – Califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi un «austero studente religioso». Il necrologio del Washington Post su al-Baghdadi naturalmente non è passato inosservato e ha scatenato importanti reazioni su Twitter e sui social, costringendo la testata a modificare l’articolo, come riporta l’HuffPost.
Washington Post: al-Baghdadi era un «austero studente religioso»
L’ex segretario stampa della Casa Bianca Sean Spicer è stato uno dei numerosi repubblicani a notare l’incredibile titolo del Washington Post, sottolineando che al-Baghdadi era «un terrorista spietato e brutale che ha minacciato il nostro Paese», in netta contrapposizione alla assurda scelta di parole del Post. Facendo eco al suo messaggio, Stephanie Grisham, ha twittato spiegando che il titolo l’aveva lasciata senza parole. Come darle torto.
Anche se il necrologio di al-Baghdadi è stato poi modificato, la campagna di Trump per il 2020 ha colto la balla al balzo per diffondere la versione precedente del Washington Post, condividendo uno screenshot del testo accanto a un’immagine di una decapitazione da parte dell’ISIS. «Non avremmo mai dovuto leggere un titolo del genere, lo abbiamo cambiato rapidamente», ha dichiarato Kristine Coratti Kelly, vicepresidente delle comunicazioni del Washington Post, in una dichiarazione a HuffPost.
“al-Baghdadi è morto come un cane”
Il Presidente Usa Donald Trump ha raccontato nei minimi dettagli la fine di al-Baghdadi, il Califfo dell’Isis, sottolineando: è morto «da vigliacco». Il compendio nel quale si nascondeva il leader dell’Isis, ha riferito Trump, come riporta l’Adnkronos, «è stato ripulito, con persone che si arrendevano o venivano colpite e uccise». Nell’operazione “11 bambini sono stati portati fuori dalla casa e sono illesi. Gli unici rimasti erano al-Baghdadi e tre dei suoi figli che aveva trascinato con sé. Erano destinati a morte sicura”. Il leader dell’Isis, ha proseguito Trump, «ha raggiunto la fine del tunnel, mentre i nostri cani lo inseguivano. Ha azionato il suo giubbotto (esplosivo), uccidendo se stesso e i suoi tre figli. Il suo corpo è rimasto mutilato nell’esplosione».
La morte del Califfo
Titolo del Washington Post a parte, la traccia decisiva che ha portato al raid in cui è morto Abu Bakr al-Baghdadi, riporta l’Adnkronos, è giunta dopo gli arresti di una delle mogli del leader dell’Isis e di un corriere. Grazie a quella traccia, scrive il New York Times, la Cia ha lavorato a stretto contatto con l’intelligence irachena e curda per identificare con maggiore precisione il luogo in cui si nascondeva al Baghdadi, all’interno di un territorio nella Siria nord occidentale, controllato da gruppi legati ad Al Qaeda.
I piani iniziali del raid, scrive il Nyt, hanno avuto inizio in estate. Oltre alla forte presenza di Al Qaeda nel territorio, i cieli erano sotto il controllo delle forze governative siriane e della Russia. I vertici militari hanno annullato l’operazione all’ultimo minuto almeno due volte. L’improvvisa decisione di Donald Trump di ritirarsi dalla Siria, hanno riferito fonti militati e di intelligenze al Nyt, hanno costretto i comandanti militari Usa ad affrettare l’operazione, attuando un rischioso raid notturno.
(la Redazione)