Droga nel centro di accoglienza a Licata, in provincia di Agrigento. Un gruppo, secondo le prime fonti composto da italiani ed extracomunitari, operava per diffondere sostanze illecite.
Secondo le accuse gli uomini facevano pervenire la droga in autobus, partendo da Palermo. E proprio la droga, nella fattispecie hashish, veniva portata da corrieri collusi che la occultavano tra i bagagli, smerciandola poi ai ragazzi vicino alle scuole o ai luoghi di ritrovo. Uno di questi luoghi era appunto il centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, diventato un luogo di spaccio e condivisione, con la conseguenza naturale di turbare la quiete del quartiere.
Ovvio dunque che a segnalare il tutto siano stati alcuni genitori della zona, preoccupati dalla situazione generale e per il facile consumo di droga proprio tra i loro figli. Le cronache locali parlano di “un giro di affari di oltre 500mila euro”. Il blitz è avvenuto alle prime luci dell’alba, con un’operazione dal nome in codice “Capolinea” autorizzata dal Gip del capoluogo. Sei le misure cautelari prese per gli accusati.
La storia dello spaccio di droga nei centri di accoglienza viene, come ben si sa, da lontano. In questi anni di prepotente crisi migratoria, nella fattispecie clandestina, i casi si sono moltiplicati. Su tutti, si ricorda bene la rete di diffusione che ha rappresentato a lungo il centro di Cara di Mineo.
(la Redazione)