Italo Balbo rimosso dagli aerei

Via Italo Balbo dagli aerei. Come la sinistra infierisce sul ministero della Difesa

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La “cancel culture” ferisce gravemente il Ministero della Difesa a Roma. L’identità di Italo Balbo uno dei quadrunviri della marcia su Roma, gerarca fascista e grande aviatore italiano, sarà rimosso da uno degli aerei della flotta di Stato, quelli usati da premier e ministri per i loro voli, per il trasporto di malati gravi e per missioni di pubblica utilità.

La lotta contro il nome di Italo Balbo

Tutto nasce da un’interrogazione da parte del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che aveva acceso la polemica. Così alla fine è arrivata la decisione della della Difesa di rimuovere il nome di Balbo. Gli aerei della flotta di Stato torneranno a esibire, sulle proprie carlinghe, i soli emblemi della Forza Armata di appartenenza, le insegne della Repubblica e le sigle internazionali di riconoscimento. Questa l’indicazione del Ministero della Difesa. Rimosso quindi il nome di Italo Balbo e ogni altro riferimento che esuli dai requisiti di identificazione richiesti in ambito internazionale. Gli aeromobili del 31° Stormo sono utilizzati per il trasporto di Stato e per missioni di pubblica utilità, quali il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati, di traumatizzati gravi e di organi per trapianti, nonché per interventi a favore di persone comunque in situazioni di rischio. Allo scoppio della seconda guerra mondiale organizzò voli di guerra per catturare alcuni veicoli del Regno Unito, e proprio durante il ritorno da uno di questi voli, il 28 giugno 1940, fu abbattuto per errore dalla contraerea italiana sopra Tobruch.

 

L’inutile “soddisfazione”

Venne nominato in qualità di Ministro dell’Aeronautica da Benito Mussolini ed è considerato l’eroe della trasvolata sull’Atlantico. Sono soddisfatto che il ministero della Difesa abbia tolto il nome del gerarca fascista Italo Balbo dalla carlinga di un Airbus della flotta di Stato, evitando così imbarazzo alle più alte cariche dello Stato e una figuraccia internazionale al nostro Paese. Naturalmente rimane la domanda sul perché e su chi abbia pensato negli uffici delle nostre forze armate una decisione così sciocca”, ha commentato Fratoianni. Si tratta di una grave amputazione dell’identità storica e culturale italiana: risorgimentale, nazional-unitaria e imperiale, infatti Italo Balbo con: Dino Grandi, Galeazzo Ciano, Cesare Maria De Vecchi e Emilio De Bono apparteneva all’area non atlantista ma atlantica contraria all’alleanza con la Germania nazista e quindi all’ingresso del Regno d’Italia, d’Albania e Impero d’Etiopia nel secondo conflitto mondiale. Si concretizza così purtroppo, nella realtà istituzionale dell’odierna Repubblica italiana, la sovversione che da sempre cova nelle anime e nei corpi e nelle menti della sinistra italiana.

(di Fabio S.P. Iacono)

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