2 giugno

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare se…

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare. Non siamo assolutamente di fronte a una data irricevibile come il 25 aprile (per qualsiasi italiano, anche quelli che confondono una sconfitta tragica che ci ha fatto definitivamente perdere l’indipendenza nazionale con una sottospecie di trionfo). Ma ci sono troppi “se” che non vengono minimamente messi sul piatto.

La premessa necessaria a questo punto è una sola: quanto segue è un sogno. Un sogno che sarebbe nell’interesse dell’intero popolo italiano. Non rossi, neri, fascisti, antifascisti, ma per tutti gli italiani. Non corrisponde – purtroppo – alla realtà praticabile dei fatti.

2 giugno, Festa della Repubblica

Un traditore come Carlo Azeglio Ciampi ha tentato, forse (è solo una supposizione) una blanda redenzione negli ultimi anni della sua vita, quando era presidente della Repubblica.

Si ricordi la sua affermazione solidale nei confronti dei volontari della RSI (“in modo diverso, ma anche loro amavano l’Italia”), sintomatica almeno di una piccola propensione a quel concetto di pacificazione nazionale rifiutato praticamente da tutti.

Ma va ricordato anche il suo rilancio del 2 giugno, ovvero della Festa della Repubblica, a livello istituzionale come mediatico. A prescindere da certe etichette storiche inevitabili (la “Repubblica nata dalla resistenza”), se si guarda al profilo concettuale, si potrebbe anche notare quanto essa sia, sostanzialmente, una “festa dello Stato italiano”.

Un concetto che teoricamente non avrebbe nulla di divisivo. Ma bisognerebbe introiettarlo nelle direzioni giuste.

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare se…

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare se non escludesse categoricamente tutta la storia italiana che l’ha preceduta. In nessuna parte della Costituzione entrata in vigore nel 1948 sono citate la resistenza o l’antifascismo. È vero che la stessa dispone il divieto di riorganizzazione del Partito fascista, ma è anche vero che dispone troppi elementi di continuità (soprattutto sotto il profilo sociale) con le idee economiche che il fascismo stesso aveva messo in piedi nei vent’anni precedenti.

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare se si riaffermasse il principio dello Stato prima di tutto, nell’interesse di tutti.

Il 2 giugno si potrebbe festeggiare se rilanciasse l’idea di identità nazionale, delle sue origini e delle proprie tradizioni.

Il 2 giugno potrebbe essere un momento di blando ricompattamento di una Nazione completamente dilaniata.

I “se”, ahimé, sono troppi. Ecco perché quanto si scrive corrisponde a un sogno. Perché anche il 2 giugno è in mano alla minoranza che sta progressivamente distruggendo questo Paese. Come abbiamo già scritto in passato:

Può esistere una Repubblica Italiana diversa, che riprenda in mano i concetti di nazione e patria senza continuare con l’ossessione del fascismo da delegittimare? Che ricominci una formazione scolastica inflessibile e profonda delle future generazioni, considerati i disastri compiuti sulle “vecchie” da 50 anni a questa parte? In cui il voto popolare tanto rivendicato sia rispettato a prescindere dai valori che esprime, anti-europeismo incluso?

È una domanda aperta e dubito ci sia una risposta. Di certo c’è che, nelle potenzialità, il 2 giugno potrebbe essere una festa autenticamente italiana, a differenza del 25 aprile. Nonostante i dubbi e le critiche del tutto plausibili, ha un senso quindi festeggiarla in quanto ricorrenza di un’istituzione troppo importante, più di tutte, quella che si chiama Stato. Credo che a chiunque interessi il bene dell’Italia prima di ogni altro, debba sperare sempre in una conversione: peggio di una sconfitta e di una colonizzazione straniera, in ogni caso, non potrà mai essere.

Insomma, che concettualmente non siamo di fronte a tragedie vergognose spacciate per vittorie mi pare evidente. E questo Paese ha tremendamente bisogno di date condivise. Purtroppo, i soliti noti, non hanno minimamente intenzione di avviare alcun progresso in tal senso.

(di Stelio Fergola)

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Sì Saviano, le ONG sono taxi del mare e Di Maio non deve chiedere scusa
Sì, caro Roberto Saviano, le ONG sono taxi del mare. [...]
Così il giornalismo è diventato il megafono del Deep State
Il giornalismo è il megafono del Deep State. I giornalisti [...]
Se il 24 maggio 1915 nasceva l’Italia moderna, oggi si pensa ai Maneskin
Il 24 maggio 1915 l'Italia scendeva in campo contro l'Impero [...]
Le priorità del Pd di Enrico Letta: tasse, migranti e Lgbt
Enrico Letta, l'ex premier «trombato» da Matteo Renzi nonché autore [...]
Scroll Up
oltre-logo

Iscriviti al nostro Canale Telegram

Non perdere le notizie veramente importanti. In un contesto di disinformazione, oscuramento della libertà di espressione da parte dei mass media, è importante avere canali alternativi di informazione.