Abbiamo sempre saputo come in Italia esista una intellighenzia apertamente contro il popolo, contro la povera gente ma anche contro chi anche soltanto rischi di diventare povero o di subire stenti molto seri. Questa intellighenzia si concentra indubbiamente in ciò che metaforicamente abbiamo denominato il Feudo, ma – come è spiegato anche nel link – esso spande i suoi tentacoli anche in via periferica, e spesso può contaminare anche aree culturali differenti.
Abbiamo visto in questi giorni quanto questo gruppo di privilegiati, soprattutto appartenente alla stampa mainstream, abbia mostrato non solo il proprio distacco, ma il proprio disprezzo verso la gente comune.
Ebbene, con “Noi stiamo con Roberto”, una sorta di documento firmato da varie personalità del giornalismo e del mondo culturale in generale, parte di questa intellighenzia mette nero su bianco la propria ostilità al popolo.
“Noi stiamo con Roberto” un elenco parziale di chi è contro il popolo
Il ridicolo appello in difesa dell’indifendibile, ovvero del ministro della Salute Roberto Speranza (a cui non ci siamo certo risparmiati di rivolgere meritatissime critiche feroci) denominato “Noi stiamo con Roberto” è pieno di frasi inutili, orribili e ipocrite. Ma ha un pregio. Involontario ma pur sempre un pregio. Contiene una prima, parziale (e purtroppo, piuttosto ridotta) lista di collaborazionisti che odiano l’Italia, che sono contro il popolo e contro i lavoratori.
Dando un’occhiata alla lista, ci sono persone – guarda un po’ – a cui il parco conto in banca potrà permettere di superare agilmente altri mesi o anni di chiusure.
Attori, giornalisti, autori, tutti provvisti di contratti belli saldi e soprattutto di accumuli di danaro consistenti nelle loro rispettive attività. Del mondo dello spettacolo non ci sono certo i registi o interpreti che faticano a trovare produzioni, ma Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Ferzan Orzpetek, gente che ha abbondamente passato la fase clou della propria carriera e ne ha già ricevuto consistenti introiti in grado di sistemare le loro famiglie per probabilmente più di una generazione.
Tra i giornalisti il ricchissimo – per sua stessa ammissione, e più volte – Andrea Scanzi, che sulla sua pagina Facebook ieri ha ribadito il suo “sostegno totale” a Speranza, ma anche Corrado Augias, Gad Lerner, Michele Serra. Tutta gente che fa finta di non avere la minima idea di cosa significhi perdere mesi e mesi senza un euro, dovendo pagare anche le tasse. Si, che fa finta. Perché l’alternativa è di essere cretini.
Non c’è niente di male ad essere ricchi. Ma quando con la propria ricchezza si sputa sulla miseria altrui, facendo anche il fenomeno moralista sedicente salvatore di vite umane, beh, partono le pomodorate in faccia. Sparate a tonnellate, cari privilegiati.
Che schifo il popolo
Il testo dell’appello ha così tanti punti suscettibili risate isteriche che risulta impossibile non menzionarli.
Come cittadine e cittadini italiani, vogliamo fare sentire la nostra voce in un momento complicato per la vita del nostro Paese e per il nostro futuro.
La vostra voce è quella che può farsi sentire, a differenza di quelle di milioni di disperati.
“Stiamo attraversando da oltre un anno una pandemia che ha prodotto la più grave crisi sanitaria dal dopoguerra. Quasi 3 milioni di morti nel mondo, oltre 115mila nel nostro Paese.”
“Voi” non state attraversando proprio nulla. Siete tutti con i sederi al caldo e rischiate quanto noi di prendere il virus, mentre rischiate zero di finire in miseria.
“La dimensione della tragedia è nei numeri ma anche nella sofferenza di decine di migliaia di famiglie italiane, nella paura e anche nel silenzioso eroismo di chi in prima linea, in tutte le strutture sanitarie del Paese e non solo, ha compiuto e sta compiendo il proprio dovere.”
Immagino che tra questi non figurino coloro che hanno solo il torto di voler lavorare e di non voler finire sotto un ponte. Ma andiamo avanti
“Nel frattempo, le ripercussioni della crisi sanitaria sull’economia, la società, la stessa politica sono state più che rilevanti. È cambiato persino un governo.
Di fronte a tutto questo, dentro queste immane difficoltà, il ministro della Salute Roberto Speranza è stato e continua a essere un punto di riferimento decisivo.
Si è battuto per tornare a investire significativamente nella sanità pubblica.
Si è battuto per il principio della massima precauzione e della massima cautela, quando altri ci raccontavano che era soltanto un’influenza e suggerivano di aprire, di correre, di non perdere tempo.
Si è battuto per imporre – con il sostegno prima del presidente Conte e ora del presidente Draghi – una linea rigorosa che ha impedito decine di migliaia di altri contagiati e di altri morti.
Si è battuto e si batte per un piano vaccinale efficace e capillare, che è la condizione indispensabile per preparare e facilitare le aperture, concependo sempre il diritto alla salute come principio cardine della nostra società e della nostra civiltà.”
Dunque il dottor Speranza ha parlato di investire nella Sanità pubblica, ma con quali risorse non si sa, visto che come tutti è incapace di elargirne a chi è stato obbligato a stare a casa e a viaggiare spedito verso la miseria. Figuriamoci ad elargire a una Sanità cui – lo dicono i numeri – le risorse saranno ancora più ridotte nei prossimi anni. Ma ha parlato, quindi “si è battuto”. Interessante.
E tuttavia (anzi: probabilmente proprio per questo) è da giorni nel mirino di un attacco politico e personale ignobile. Insulti, minacce, accuse intollerabili.
Il signor Speranza merita ogni singolo attacco perché è un incompetente che sta contribuendo enormemente alla distruzione di un Paese.
Come cittadine e cittadini italiani, come donne e uomini della cultura, del lavoro, dell’arte, dello sport, della scienza, ci teniamo a esprimere il nostro consenso, il nostro sostegno umano e politico e la nostra solidarietà al Ministro della Salute Roberto Speranza.
Come uomini e donne di “bla bla bla” avete solo dimostrato per l’ennesima volta di infischiarvene delle persone comuni e di vivere in una realtà parallela fatta di certezze economiche che possono portarvi anche a stare a casa per i prossimi 20 anni. Fate pena e anche un po’ ribrezzo.
Perché – per consapevolezza maligna o per scempiaggine – siete contro il popolo.
(di Stelio Fergola)