Sulle colonne del Manifesto, Carlo Freccero, attuale direttore di Rai 2, fa a pezzi la retorica politicamente corretta della sinistra chic. Un pezzo davvero esplosivo quello dell’autore televisivo: «La sinistra è oggi in crisi e si chiede come potrebbe parlare ai nuovi populismi per ricondurli nei binari di una democrazia elitaria che assomiglia più ad un’oligarchia che ad una democrazia in senso proprio» spiega.
Viceversa, afferma, «anche quando dice di voler ascoltare il malessere di cui i populismi sono espressione, la sinistra si trincera nei luoghi comuni del politicamente corretto. Mentre, secondo me, basterebbe un’autoanalisi oggettiva per capire le cose da un’altra angolazione. La domanda è cos’è oggi la sinistra e cos’era una volta la sinistra? Perché c’è stato un così radicale cambiamento? So già la risposta. Ci sbagliavamo. E se ci sbagliassimo adesso?».
Freccero contro la sinistra politicamente corretta
Cos’è oggi essere di sinistra? si chiede Carlo Freccero. «Essere politicamente corretti. Accettare il pensiero unico in maniera acritica e credere, presuntuosamente che, in quanto detentrici del pensiero unico, le élites devono guidare un popolo ignorante e rozzo, irritante per la sua mancanza di educazione. È vero, questo popolo, il popolo che si raccoglie sotto l’etichetta di “populismo” non ha nulla a che fare con il concetto di “coscienza di classe” sulla base della quale, invece il proletariato marxista era considerato in grado di fare le scelte migliori per la società tutta. Ma è comunque un popolo che esprime un malessere, che coglie delle contraddizioni che sono reali e drammatiche, nella narrazione idilliaca del pensiero unico che vede nel neoliberismo e nei suoi diktat il migliore dei mondi possibili».
In quanto poi, prosegue Carlo Freccero, «all’educazione al “politicamente corretto” che distingue le élites del popolo e che dovrebbe costituire la ragione della loro superiorità rispetto al popolo, siamo sicuri che sia “vera” e non sia piuttosto frutto di propaganda?».
Come la sinistra è diventata liberal
Su Oltre la Linea, Carmelo Longo aveva spiegato come la sinistra è diventata «liberal». Il marxismo culturale è un espressione che si riferisce all’applicazione della cosiddetta Teoria Critica e più in generale all’influenza politica, culturale ed accademica che ha esercitato in determinati ambienti della sinistra contemporanea. Semplificando, la base del marxismo culturale è da ricercare negli ambienti della “Scuola di Francoforte”, ovvero di tutti quei pensatori che si raccolsero intorno all’Istituto di Ricerca Sociale dell’Università di Goethe di Francoforte, in Germania. Critici sia del capitalismo che del comunismo sovietico si imposero di affrontare le carenze del marxismo classico, nel perseguimento del cambiamento sociale.
(La Redazione)