Populisti svedesi contro Greta Thunberg: "È un prodotto di marketing"

Populisti svedesi contro Greta Thunberg: “È un prodotto di marketing”

Il leader dei Democratici svedesi Jimmie Åkesson ha criticato la sedicenne attivista per il cambiamento climatico Greta Thunberg, affermando che lei e il suo movimento sono il risultato di un’agenzia di pubbliche relazioni.

Come riporta Breitbart, il leader populista ha fatto i suoi commenti all’inizio di questa settimana sulla televisione svedese, sottolineando di rispettare l’impegno dell’attivista sedicenne Greta Thunberg, ma sottolineando altresì che il suo movimento non condurrà a cambiamenti significativi. Åkesson ha anche criticato la protesta che ha reso Greta Thunberg un nome di fama mondiale,  sottolineando che gli studenti dovrebbero andare a scuola.

Il ministro socialdemcoratico Annika Strandhäll ha replicato alle osservazioni di Åkesson: “Che un leader di un partito svedese che siede in televisione e attacca un’attivista per il clima di 16 anni che si impegna per un mondo migliore da dare ai nostri figli e nipoti è vergognoso”.

Anche la stessa Greta Thunberg ha risposto contro il leader populista: “Non c’è nessuna singola organizzazione o persona dietro di me. Tutti sono dietro di me – tutti coloro che sono coinvolti nella crisi climatica. Proprio mentre sto dietro di loro. Ci sosteniamo a vicenda. Non c’è mai stato nessuno che mi abbia detto cosa fare o cosa dire “.

Come vi abbiamo spiegato in questo articolo, Greta è certamente un prodotto di marketing. Basiamoci sui fatti, cominciamo col dire che Greta è figlia della celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Sui social vanta una pagina facebook intorno ai 200.000 like. A distanza di soli quattro giorni dalla prima protesta (24 agosto 2018) pubblica un libro dal titolo Scenes from the Heart. Casualità fin troppo emblematica.

Non è finita, la strategia di marketing sarebbe fin troppo banale se fosse finalizzata alla promozione di un semplice libro da parte della madre. Capita quindi che alla giovane Greta Thunberg e alla celebre madre si affianchi anche un terzo personaggio: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità.

Da quel che risulta Ingmar Rentzhog è proprietario della startup We Do not Have Time. Il 24 novembre 2018 l’esperto di marketing ha pensato bene di inserire la stessa Greta Thunberg nel board della società. Solo 3 giorni dopo la società ha lanciato una campagna di crowfunding che ha raccolto 2,8 milioni di Euro.

Verrebbe da pensare che la giovane Greta sia semplicemente una macchina da soldi nelle mani di persone molto esperte nel mondo degli affari. Purtroppo però c’è un ultimo particolare che riguarda Ingmar Rentzhog e che porta a facili conclusioni politiche e ideologiche. Ovvero che lo stesso guru del marketing, CEO and Founder della fortunata startup, è stato assunto come presidente del think tank Global Utmaning nel maggio del 2018. Fondatrice di questo laboratorio di pensiero è Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico tra il 2014 e il 2016. Le posizioni sostenute dal think tank esprimono la necessità di combattere i “nazionalismi” che stanno emergendo, a loro avviso, in Europa e nel Mondo.

(la redazione)

 

 

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