Si segue “l’esempio” della Germania, secondo Repubblica, e nascono anche in Italia i bagni “gender free”, “per contrastare le discriminazione verso tutti gli orientamenti sessuali, a tutela dei diritti Lgbt”.
Dunque ci sarà una sottospecie di “terza via” del genere per l’utilizzo dei bagni oltre al tradizionale (naturale è una parolaccia?) maschio/femmina, e a sottoscrivere questa straordinaria “rivoluzione” si sono messi nientemeno che tutte le istituzioni territoriali insieme insieme: dal comune alla provincia, il tribunale, l’ufficio scolastico territoriale, Ausl, Università.
Tutte si attiveranno per promuovere la “svolta”, in particolare le scuole hanno già dichiarato la propria disponibilità a fare “educazione gender” per introdurre la questione.
Esulta Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda: “Siamo grati alle istituzioni e gli enti che hanno capito l’importanza dell’inclusione concreta delle persone Lgbti, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming out tra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici. I diritti devono essere uguali per tutte le persone senza distinzione di orientamento sessuale. Dappertutto. Ecco perché con questa firma ci ricordiamo ancora una volta di quanto ci serva la legge regionale contro le discriminazioni Lgbti scandalosamente arenata per giochi ideologici fatti sulla nostra pelle”.
Sarà interessante vedere come i bagni “neutrali” saranno utilizzati, da chi, e con quale scelta discriminante (ammesso che ne esisterà ancora qualcuna).
(la Redazione)