Niente da fare, l’Ue ossessionata con ateismo mascherato da laicismo e dall’asessualità della vergognosa comunicazione interna di qualche giorno fa ha fatto marcia indietro. In modo pure vigliaccio, sebbene esplicito.
Ue e i suoi sudditi atei ed asessuati: troppe polemiche
Le linee guida Ue pro atei ed asessuati ha provocato molta indignazione in tanti cittadini europei. Sono intervenuti parlamentari, leader, perfino uomini di cultura. Helena Dalli, il famigerato “commissario europeo per la Parità”, ha dunque dovuto fare marcia indietro. Cosi si era espressa la donna: “La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”.
Poi però quasi si scusa così: “Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente questo scopo. Non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione. Le linee guida richiedono chiaramente più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento”.
La reazione dei popoli europei
C’è una buona notizia. Ovvero, un minimo di reazione da parte dei popoli europei. Ma non ci si illuda, che la direzione etica, politica e culturale è sempre la stessa da almeno cinquant’anni. E continuerà in questa direzione. Lo stop al “documento inclusivo” è solo temporaneo. E la sua emanazione probabilmente frutto di un attento sondaggio sociale, volto a capire se i tempi siano maturi o meno per certe svolte. Qualcuno potrebbe chiamarla la classica finestra di Overton, e ovviamente non è da escludere.
Eppure penso che in questa situazione sia stato più rilevante conteggiare e analizzare adeguatamente le reazioni. È solo una ritirata strategica. La marcia proseguirà, come sempre fa dagli anni Sessanta del secolo scorso in avanti.
(di Stelio Fergola)