La protesta di Trieste e le sospette ordinanze anti-assembramento

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La protesta di Trieste è sempre più scomoda, a quanto pare. Non è questione di maggioranze o minoranze, ma di numeri consistenti che hanno ispirato non solo il resto d’Italia, ma addirittura del mondo: Barcellona, Lubiana, Londra, perfino Los Angeles hanno generato manifestanti che “rispondono” a Trieste.

Qualche giorno fa un gruppo di avvocati tedeschi ha solidarizzato intonando il coro “la gente come noi non molla mai”. Ma la Trieste che protesta può essere un problema, quindi meglio escogitare un metodo per metterla a cuccia nel modo più silenzioso possibile.

Un’ordinanza per fermare la protesta di Trieste?

Potrebbe darsi. Ne ha parlato sabato proprio il sindaco della città, Roberto Dipiazza (udite udite, di centrodestra, o meglio di Forza Italia, quindi in effetti come se si parlasse di sinistra, ma vabbè).

“Sto valutando se è possibile” emanare “un’ordinanza di divieto di assembramento”, perché “se torniamo in zona gialla è un disastro per la città”. E la miseria. Il seguito delle dichiarazioni è ancora più interessante.

“Non voglio che la mia città grazie a queste manifestazioni vada in zona gialla – ha ribadito – perché sarebbe un disastro per Trieste, l’economia e i giovani pensare di chiudere tutto. Sarebbe una cosa folle, grazie a questi personaggi che non hanno pensato a questo e che pensano solo a essere no vax”.

Insomma, la scusa del covid sembra bella che pronta. Mentre nelle piazze italiane la sinistra raduna gli assembramenti “buoni” quelli del Ddl Zan, quelli che non contagiano, dove ci si mobilita contro il Green Pass il rischio “zona gialla” è, ovviamente, dietro l’angolo.

E, alla fine, è arrivato, il divieto di manifestare: cortei proibiti fino al 31 dicembre. Viva la democrazia.

Una  città che ha ispirato la libertà di tutti

Comunque vada a finire, ciò che è successo a Trieste è un esempio per tutti. Su youtube non si contano i commenti di utenti stranieri che solidarizzano con la protesta italiana, e giungono messaggi di conforto da altre capitali europee.

Trieste è diventato un simbolo della lotta alla libertà, e lo sarà stato indipendentemente da come finirà questa vicenda.

(di Stelio Fergola)

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