Trieste CGIL

Trieste è il popolo, la CGIL è l’oppressore

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Trieste da un lato, i suoi lavoratori, la disperazione e la voglia di essere ascoltati, dall’altro la CGIL che guarda caso, quando si tratta di stare dalla parte della gente e di chi si suda la paga e il pane, non sostiene mai. Quanto annunciato ieri dai portuali della città italiana è qualcosa che mette nero su bianco la differenza. La delegazione ricevuta dal prefetto è stata chiara, e ci auguriamo vivamente che lo sarà in futuro: con l’obbligo di Green Pass, non lavoriamo.

Trieste lavora, la CGIL vede i fascisti

Facciamo una sintesi, perché è necessaria.

Trieste è un luogo dove lavoratori onesti non solo guadagnano per vivere, ma contribuiscono a un porto strategico fondamentale per i traffici commerciali del Paese.

La CGIL è quella delle proteste di facciata, delle aziende fallite e dei lavoratori per strada, di decenni di inutili urla per poi non fare mai gli interessi delle categorie che dovrebbe rappresentare. È quella che urla al fascismo se qualcuno, dopo tanti anni a subire le sue malefatte, per sbaglio si incazza.

La CGIL è oppressione contro il popolo

Trieste e i suoi lavoratori non sono difesi dalla CGIL, che sul punto non si è espressa perché no, la CGIL, se non si fosse capito, non fa gli interessi dei lavoratori e non li ha mai fatti. Al sindacato presieduto da Maurizio Landini interessa solo reggere il moccolo di chi comanda, su tutte le questioni fondamentali.

Non sarebbe un problema se chi comanda avesse attuato politiche a favore dei lavoratori italiani in questi anni, ma non è così. Negli ultimi decenni la politica nostrana ha svenduto l’apparato industriale nazionale, e la CGIL non ha aperto bocca, o non si è mai interessata di fermare realmente il processo.

Negli ultimi decenni migliaia di aziende sono fallite, schiacciate da tasse oltre ogni limite di tollerabilità umana, e la CGIL ha messo le barricate contribuendo a farne crollare una buonissima parte, per poi far pure le cosiddette “spallucce” quando i lavoratori – come è logico – finivano in mezzo a una strada.

Negli ultimi decenni la politica nostrana ha favorito e incoraggiato l’avvento di centinaia di migliaia di clandestini senza alcun diritto di approdo sul nostro territorio, generando una naturale concorrenza per molti dei milioni di italiani disoccupati e addirittura sotto la soglia di povertà, e la CGIL ha ben pensato di approvarla.

La CGIL qualche anno fa è arrivata addirittura a dare un appoggio ufficiale allo ius soli, quindi a qualcosa potenzialmente dannosissimo per l’incremento di stranieri – logicamente concorrenti – sul nostro territorio.

In bocca al lupo, Trieste

Sarà dura e nessuno può aspettarsi miracoli. È troppo forte il controllo esercitato da chi comanda la nostra società e le minacce sono profondissime. Sono abituato alle delusioni, quindi non ho problemi in tal senso.

Ma è impossibile non essere solidali con i portuali di Trieste. Con la loro necessità di vivere, di respirare da persone normali. Perché di normale in questa storia non c’è niente.

Se non si piegheranno, tutta la Nazione che vuole ancora essere libera dovrà appoggiarli. Che siamo una sparuta minoranza non conta quanto la necessità di esprimere ogni sostegno.

Un sostegno verso chi lavora ogni giorno, oltre che per sé stesso, anche per il bene di questo Paese. Trieste in questo momento è un avamposto di coscienza nazionale, ed è giusto augurarsi che lo sia anche in futuro, la CGIL è un organo di potere che opprime il popolo da decenni e ha pure il coraggio di gridare ai fascisti se qualcuno – per sbaglio – s’incazza.

Viva Trieste, abbasso la CGIL. In un mondo giusto il più importante sindacato italiano andrebbe sciolto e i suoi dirigenti processati in pubblica piazza. Perché sono dei nemici degli italiani. Questo racconta la loro storia.

(di Stelio Fergola)

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