L’Italia del calcio non si inginocchia per umiliarsi di fronte al Black Lives Matter. Noi lo avevamo sperato, nella partita di sabato lo abbiamo visto: niente capo chino, tanto per gli azzurri che per gli austriaci.
Le pressioni del Feudo prima della partita
Il Feudo politicamente corretto, la minoranza culturale e politica che detta legge in Italia, ha fatto pressione sugli azzurri in ogni modo nei giorni scorsi. Il segretario del PD Letta (che praticamente lo aveva ordinato in diretta tv), giornali come Corriere della Sera e Repubblica hanno definito la scelta della squadra di Mancini in modo a dir poco scandaloso (“gli azzurri non si inginocchieranno contro il razzismo”, a comunicare che chi non si piega sia quindi razzista).
Una bolgia pazzesca e senza sosta. I fedeli adepti del Feudo avevano sommerso di insulti gli azzurri prima del match, di cui vediamo alcuni esempi in questa schermata pubblicata da Matteo Brandi.
L’Italia non si inginocchia: le reazioni politicamente corrette
L’Italia non si inginocchia, e a molti la cosa non va giù. Non va giù a Corrado Formigli, non va giù ad Alessandro Gassman, che sui social si “sfogano” così.
“C’è chi lo ha capito e chi no”, scrive stizzito Formigli. Più tenue la sofferenza di David Parenzo, ma comunque apprezzabile per il fintissimo “daje” finale.
Nessun cenno, invece, da Enrico Letta. Dopo aver apertamente ordinato la sottomissione alla squadra, il segretario del PD finora ha taciuto. In certi casi, è senza dubbio meglio così.
(di Stelio Fergola)