Negazionisti della povertà

I negazionisti della povertà

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“Negazionisti della povertà”. Per correttezza: non è una mia definizione. Lo scrive una ragazza, Claudia, su facebook, a proposito della ormai insopportabile tiritera politicamente corretta sulla pandemia. Una predicozza insopportabile e – come al solito – totalmente lontana dalla realtà di chi lavora e rischia di finire molto male, non meglio di chi – tra l’altro in casi piuttosto rari e circostanziati – può senza dubbio perire di covid.

Negazionisti della povertà, il mondo lì fuori piange

Il mondo piange, ma anche l’Italia piange. Negozianti, ristoratori, operatori del turismo, ma anche aziende che vedono crollare il proprio fatturato. E quindi licenziare lavoratori. Il tutto mentre voi ve ne infischiate, convinti pure di fare la voce empatica e sensibile.

La vostra presunta sensibilità verso i malati di covid non vi scagiona, non vi rende migliori. E la gente se n’è accorta. Ha reagito. Anche con violenza, certamente. In certi casi, come quello di Torino di ieri sera, provocata da sciacalli che hanno approfittato del caos saccheggiando negozi. Come da sempre accade.

Ma anche da persone che hanno di fronte due alternative: la miseria e la morte da un lato, la disperazione della legittima difesa dall’altro. Questo senza dimenticare che la stragrande maggioranza della popolazione ha protestato senza mollare neanche uno schiaffo, cosa che andrebbe ricordata in ogni istante.

Non vogliamo citare per l’ennesima volta i numeri del covid, non vogliamo metterci a polemizzare su quanto sia stato interpretato malissimo questo virus. Vogliamo solo concentrarci su un aspetto: che una malattia, qualsiasi malattia, si cura. Non si evita. E per curarla, servono soldi che il sistema criminale che appoggiate non permette di avere. Ed è quella l’unica verità.

I veri negazionisti siete voi

Sì, cari negazionisti della povertà. I veri negazionisti siete voi. Perché noi non neghiamo affatto l’esistenza di un virus, non neghiamo l’importanza di curare chi vi si ammala. Non neghiamo che serva prestare loro ogni attenzione.

Neghiamo che la soluzione – ammesso che vi sia una soluzione in senso assoluto, per un problema del genere – risieda nell’affamare un’intera Nazione per non riempire dei reparti ospedalieri, che è molto diverso.

Da che mondo è mondo, una malattia – grave o tenue che sia – si affronta curandola, o al massimo vaccinandola. Non portando al disastro milioni di innocenti, per di più non potendogli garantire in alcun modo ristoro (perché con le regole UE nessun ristoro è possibile, solo i più cretini ancora non se ne sono resi conto).

Il sistema socio-economico fallimentare che ci tiene imprigionati da 30 anni va abbattuto, perché oggi più che mai si scontra con il reale problema della pandemia: l’impossibilità di spendere massicciamente, senza fare conti stupidi perfino in periodi di crisi, nella Sanità e nei reparti specializzati.

Ed è quella l’unica cosa che conta. L’unica cosa che sapete fare voi è invece impoverire e immiserire. Per poi utilizzare le solite frasi di circostanza che non aiuteranno di certo il singolo ristoratore, costretto a chiudere mentre continua a pagare tasse che non può permettersi al sistema che voi continuate a difendere.

Perché voi questo fate: difendete un assetto sovranazionale che di fatto non ammette la possibilità di costruire ospedali, al netto delle chiacchiere del governo che continuate a diffondere come se fossero vagamente plausibili.

Preferite prendervela con la povera gente, costringendola a non lavorare, piuttosto che contestarlo. Tanto a voi cosa importa: il vostro bello stipendio non lo tocca nessuno. Vergognatevi.

(di Stelio Fergola)

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