Quel politicamente corretto che contagia Netflix, Dc Comics e Marvel

Quel politicamente corretto che contagia Netflix, Dc Comics e Marvel

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I post pubblicati dall’account Netflix che preannunciano un aumento considerevole dei prodotti con protagonisti del mondo LGBT rappresentano solo l’ennesimo tassello politicamente corretto di un’operazione nemmeno più velatamente sotto traccia messa in atto da parte degli attivisti per i diritti civili.

Lo scontro politicamente corretto tra Dc e Marvel

Il mondo cinematografico è da tempo preda degli appetiti delle minoranze LGBT. Solamente alcuni mesi fa in una riedizione della sfida tra case produttrici, di fumetti in origine e di film e serie televisive più recentemente, la Dc Comics si poneva in largo vantaggio rispetto alla concorrente Marvel per numero di personaggi, e protagonisti, dichiaratamente omosessuali.

Un’accusa di intolleranza alla Marvel, acquisita dalla Disney per 4 miliardi di dollari nel 2009, ha lasciato i suoi strascichi. Per porsi alla pari dei rivali ora anche i produttori della casa statunitense hanno dichiarato di essere pronti, e già al lavoro, per il lancio di nuovi supereroi che strizzino l’occhio alla rumorosa minoranza. E’ così che nei film “The Eternals” e “Thor 4” il politicamente corretto vivrà il proprio trionfo con buona pace di famiglie e appassionati del settore.

Nulla di nuovo sotto il sole considerando che la Disney si è da tempo piegata alla “necessità” di trasformare i grandi classici, nella riedizione in live action, per inserire attori afroamericani in ruoli della mitologia scandinava, dalla Sirenetta allo Schiaccianoci. Quello del pareggio con la Dc Comics assume un aspetto del tutto inquietante. A venire meno saranno, infatti, le attinenze con i fumetti e i libri dai quali sono tratti i film e, spesso, i messaggi originari di quegli albi. E’ davvero importante conoscere i gusti sessuali di Batwoman piuttosto che quelli di John Costantine?

LGBT, immigrazione e populismo nel mirino


Le serie tv firmate Dc Comics hanno, oramai da qualche anno, al centro messaggi del tutto diversi e per nulla annoverati nei racconti natii per la dichiarata volontà di accendere i riflettori sull’inclusività. In questo modo è facile riconoscere nella battaglia per la diversità di alieni e zombie, rispettivamente in Supergirl e Izombie, un sostegno all’immigrazione incontrollata figlia del globalismo che estirpa le radici, gli usi e i costumi sia dei popoli che emigrano (e non migrano senza una precisa destinazione) sia di quelli che subiscono l’invasione di nuovi lavoratori a nero che abbattono i diritti sociali conquistati duramente nel corso degli ultimi due secoli.

Altra ossessione americana è, indubbiamente, quella per il ritorno del nazional-socialismo in tutte le sue versioni, da Terra X in The Flash alla lotta indietro nel tempo di Legends of Tomorrow, in cui l’equiparazione di fondo è quella tra gli attuali leaders populisti e il male assoluto in una reductio ad hitlerum che dovrebbe consentire una ripresa di consensi ai partiti storici sempre più avversati dalla maggioranza degli elettori.

Politicamente corretto arma del globalismo

Il futuro della cultura e dell’indipendenza dal pensiero unico passa anche attraverso la capacità di rispondere ai subdoli messaggi che vengono fatti passare sottotraccia dai magnati di metropoli quali Los Angeles e New York, ultimi avamposti in cui si è arroccata quella esigua percentuale arricchitasi sulle spalle degli altri proprio grazie ai fenomeni imposti dal libero mercato. Si tratta, in tutto e per tutto, della nuova frattura politico-sociale tra i sostenitori del globalismo e coloro che fanno proprie le tesi identitarie.

(di Luca Lezzi)

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