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Presidente della Repubblica del Pd. Dettano legge e non si vergognano di ammetterlo

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Il Presidente della Repubblica deve essere un nome proposto dal Pd. E basta. Senza eccezioni. In questi giorni di trattative l’unica cosa che emerge è questa. Dopo il ritiro di Silvio Berlusconi un flash dell’Agi di ieri riportava la dichiarazione di Enrico Letta che testualmente affermava: “Altri nomi del centrodestra faranno la fine di Berlusconi”. Bene così.

Presidente Repubblica Pd

Presidente della Repubblica, una carica monopolizzata dalla sinistra

Dai tempi di Oscar Luigi Scalfaro, ovvero dal 1992, il presidente della Repubblica è esclusivamente nelle mani della sinistra, del Pd e del suo universo di partiti satellite. Il successore Carlo Azeglio Ciampi aveva proseguito la “tradizione” del democristiano, per non parlare di Giorgio Napolitano che proveniva direttamente da quella cultura, da quella storia politica. Su Sergio Mattarella penso non ci sia molto da aggiungere: fedele esecutore di ogni dettame di Bruxelles, NATO, o qualunque agente esterno vi venga in mente. Dunque, tanto per cambiare, perfettamente allineato alla visione nazionale del Pd, un partito che non solo vede negli elementi esterni una strada prediletta da seguire, ma che proprio non ne immagina altri, nemmeno come fantasia politico-erotica.

Il Feudo detta legge, e stavolta non lo nasconde neanche

Il Presidente della Repubblica del Pd, dei suoi partiti da satellite. Dunque, in estrema sintesi, del Feudo. Si ripropone il tema di un partito (ma diremmo in generale di un sistema di potere di cui forse il partito esterno è solo un simbolo ibrido) che decide le sorti di questo Paese da sempre, negli ultimi Cinquant’anni. Fortemente bloccato dallo stallo della guerra fredda fino al 1992, successivamente ha avuto le mani libere (ben diverso da “pulite”) per poter dispiegare ogni sua forza sulla scena: dalla magistratura, alla stampa, ai conduttori nelle reti televisive. E a quel punto ha dominato.

Governando direttamente l’agenda progressista e globalista in Italia laddove salito ufficialmente al potere, bloccando ogni iniziativa discontinua – e con successo – quando non vi risiedeva. Ora Letta rifiuta Berlusconi (ed era logico), ma rifiuta perfino Pierferdinando Casini. Addirittura rifiuta chiunque venga proposto dal centrodestra, o si arriva a questa ormai parossistica sensazione. Comandiamo loro, e non solo: ci tengono a farvelo sapere.

(di Stelio Fergola)

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