Papa Francesco a Che tempo che fa

Indovinate di cosa ha parlato Francesco, ospite da Fabio Fazio?

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Di cosa potrà mai parlare Papa Francesco ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio? Sfidiamo il lettore a partecipare questo irresistibile gioco senza premi.

Papa Francesco in TV, e già c’è da riflettere…

Un Papa in TV? Sì, non nella fattispecie lo schermo, perché un Papa che appare davanti al piccolo schermo (non più tanto piccolo ormai) è normale e logico, vista la necessità di portare comunque un messaggio alle genti. Ma ospite in un talk, non so. Suscita uno strano effetto. Però si può tranquillamente riconoscere che possa essere una sensazione sbagliata. D’altronde, anche quando fu avviato l’account Twitter del pontefice (ai tempi di Joseph Ratzinger) la questione suscitò qualche perplessità. Probabilmente lo stranimento deriva dal fatto che apparire nei telegiornali, essere ripresi durante l’Angelus, oppure mandare messaggi su un social network sia consono al mandato del vicario di Cristo, essere “intervistato” in un talk di livello così pop, forse, non è necessario. Ma potremmo tranquillamente sbagliarci.

Il problema, più che Papa Francesco in TV davanti a Fabio Fazio, è ciò che dice Papa Francesco. O la noia delle solite posizioni politiche al servizio di una certa visione del mondo, indovinate quale?

Pacifismo senza costrutto, immigrazionismo, globalismo: che noia

Già, già, indovinate. Secondo voi, umili e inconsci lettori, di cosa avrà mai parlato Papa Francesco in TV? Il nostro prode Jorge Bergoglio su quali dirimenti e soprattutto originalissimi temi avrà riflettuto? Fa quasi pena doverlo scrivere. Ma lo spettacolo è talmente triste che la cosa va fatta comunque.

Allora, signore e signori, benvenuti al gioco a quiz più facile della storia. Non per niente, non si vince assolutamente nulla. Partiamo subito: Bergoglio parla di guerra e di “fabbriche di armi”. Benissimo, si dirà. E si parla del pacifismo, riferito alla crisi ucraina. La guerra è un controsenso, ma invece di occuparsi di rimuovere le cause delle guerre, si fa finta di riflettere per l’ennesima volta sulla necessità di porvi fine senza risolvere mai nulla, nemmeno le ingiustizie.

Ma ovviamente il caro Bergoglio dà il meglio di sé quando si parla di immigrazione, suo cavallo di battaglia di sempre. I “migranti” sono nei lager libici e subiscono torture immani, poco importa che non si capisce perché ci vadano, in Libia, visto che hanno tutte altre provenienze. Poco importa se invadono altre nazioni provocando povertà per sé stessi e anche per gli altri, non certo una vita migliore. Mai che si parli di risolvere i problemi o quanto meno di affrontarli, niente. I “migranti” vanno accolti e l’Europa deve accollarseli: Europa che quasi sempre vuol dire Italia.

È criminale respingere i “migranti”. Non è criminale togliere terra e diritti agli autoctoni e poveri d’Italia. Non è criminale fomentare la tratta o peggio ancora il diritto alla terra di qualsiasi popolo. Quello è normale, logico, difendibile. Siamo un Paese sviluppato, quindi è giusto essere depretati. Sono Paesi sottosviluppati, quindi è giusto che muoiano anche loro.

Tutto in nome di un solo verbo: il globalismo e lo sfruttamento che ne consegue. Che pena. Almeno fosse una pena “originale”. Macché, pure soporifera.

(di Stelio Fergola)

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