Valsecchi Tolo Tolo

Grazie Valsecchi e “Tolo Tolo”: ci avete rubato un comico

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Caro Pietro Valsecchi, “Tolo Tolo” è noioso. All’inizio sembrava essere chiaro anche a chi aveva visto il film in anteprima, ma nei giorni dell’uscita la critica ha curiosamente iniziato ad urlare non dico al capolavoro, ma poco ci è mancato. Il classico “film che fa riflettere” nonostante lo stile sia sempre quello della risata grassa, ma con la variante che da ridere grassamente, in questo caso, c’è molto poco.

Valsecchi e Virzì: come trasformare un comico in un Tolo Tolo

Pietro Valsecchi, produttore, Paolo Virzì, sceneggiatore. Perché diciamolo pure nessuno crede che Zalone – o Luca Medici, per meglio dire – abbia scritto più di qualche riga di questo “Tolo Tolo”. Il diretto interessato negherà pure, noi restiamo di questa opinione, anche considerando la genesi dell’opera, dal momento che lo stesso Medici in conferenza stampa aveva ammesso di essersi in qualche maniera “agganciato” a una sceneggiatura di Virzì.

È vero, non si tratta del primo film politico di Checco. Le gag “satiriche” ci sono sempre state, dai tempi di “Cado dalle Nubi” e la presa in giro degli intolleranti ignoranti contro gli “uomini sessuali”. “Quo Vado?” (2016) era il suo primo lavoro a prendere di mira – anche in modo abbastanza vergognoso – la tradizione italiana del lavoro sicuro per tutta la vita, inquadrato nel cosiddetto “posto fisso”. Un universo non privo di difetti, ma in ogni caso anche di enormi pregi, tanto che la stabilità sociale italiana è stata a lungo oggetto di studi e perfino di imitazioni.

Nonostante la vergogna, però, “Quo Vado?” riusciva in una cosa: faceva ridere. A far addirittura spanciare. Le gag, così come le idee, si sprecavano. Il “Tolo Tolo” prodotto e lanciato da Valsecchi, invece, fa solo annoiare. In un certo senso lascia un pizzico di tenerezza.

Grazie a Valsecchi, grazie Virzi: ci avete derubato di una maschera

Una maschera che faceva ridere a crepapelle, per riprendere il titolo di questa conclusione. E che oggi si piega a fare un film su commissione, probabilmente rinunciando a buona parte della propria vena creativa.

Da un lato viene da lanciare le sacrosante critiche al neo-regista, dall’altro non nascondiamoci e ammettiamo candidamente: non è improbabile che la pellicola, per quanto premiata al botteghino, sia stata proposta se non addirittura fortemente consigliata al signor Medici. Che ha eseguito e si è piegato, sacrificando una delle sue maggiori capacità: la creatività.

Grazie ancora, signor Valsecchi, come sentiti ringraziamenti al signor Virzì: ci avete tolto uno dei comici più divertenti degli ultimi anni. E per cosa poi? Per seguire per l’ennesima volta la tiritera del pensiero unico. Con o senza le quali il signor Zalone, visto il nome ormai affermato, avrebbe comunque sbancato al botteghino.

Bravi.

(di Stelio Fergola)

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