Dopo la presentazione in anteprima nazionale al Teatro Viganò di Roma, la giovane cantante bergamasca Danila Fravola ha pubblicato una canzone di spessore, toccante, e dal titolo emblematico: “I cieli di Bibbiano“. Un brano molto intenso, con un significato davvero potente e diretto.
La giovane biografia di Danila Fravola
Nata a Bergamo l’8 luglio 1998, Danila Fravola ha iniziato fin da piccola a studiare danza moderna, in tutte le sue forme. Arrivando, peraltro, a dei livelli notevoli, con proprietà di movimento e coreografiche. All’età di 13 anni, dopo la scomparsa di suo nonno – un evento drammatico che segnerà la sua carriera -, Danila si è rifugiata nel canto, per poi non lasciarlo più.
Ha studiato all’Accademia Centro Studi Musicale di Bergamo, dove per 4 anni la sua tecnica vocale è stata ben affinata. Successivamente, ha iniziato a partecipare a vari concorsi: nel 2017 ha vinto il concorso alle Due Torri di Bergamo, motivo per cui sono giunti vari ingaggi per delle cover. Dopo di che la sua voce è giunta sino in Romania, al Concursurui International Trecut Prezent Viitor. Nel 2019 ha deciso di partecipare al concorso canoro “Rivivendo il passato“: qui è stata notata da Marco Di Maio e Nicola Ursino, co-presidenti di M&N (Produzione e Promozione Musicale).
Con loro ha scelto di intraprendere un cammino produttivo, fino alla nascita di “Cuori a cuccia“, il suo primo singolo. Dolce e passionale, è fermamente convinta che i veri sentimenti muovano il mondo. Luca Gobbi, promotion manager, la descrive come versatile in ogni genere musicale. Con la possibilità di spaziare, per dare vita ad uno spettacolo vario e dettagliato.
La canzone “I cieli di Bibbiano”
Recentemente, in collaborazione con M&N Vox, ella ha rilasciato un altro singolo, di spessore sociale ed emozionale, “I cieli di Bibbiano“. Scritto ed arrangiato da Nicola Ursino, interpretato da Danila Fravola medesima. Un brano atto a non far dimenticare gli spiacevoli fatti di Bibbiano, visti dalla parte dei genitori e dei bambini, che ne sono le primissime vittime innocenti. Il testo è toccante, la melodia contribuisce a lasciare una qual certa impronta.
«E poi viene il giorno che non pensi mai. / Cosa ho fatto mamma? Perché te ne vai? / Mi dicevi “Sono favole”, “L’orco è solo fantasia”, / Però adesso so che era una bugia. / Cieli scuri su Bibbiano senza te, / Che eri sole, gioia e la mia allegria. / Ma chi sono? Cosa vogliono? / Io non li ascolterò, / Tra le braccia calde tue io tornerò».
Parole significative, alle quali fa seguito il ritornello. Il brano, poi, così prosegue: «Ed a volte penso che ho sbagliato io: / Per i miei capricci chiedo scusa a Dio. / Ti prometto che ora i compiti sempre bene io farò, / Ma ti giuro che fra poco tornerò». E si conclude proprio con il ritornello, di nuovo, cantato due volte, per dare luce ai legami spezzati fra genitori e figli, ma mai rotti nei loro cuori: «Uniti sempre, per sempre. / Sono forte come mi dicevi tu; / Due cuori, lo stesso ventre. / E il mio angelo che cosa fa lassù. / Rassomiglia a te, ai tuoi occhi tristi / Che nessuno mi potrà portare via».
Il valore delle parole è, fondamentalmente, intrinseco alle stesse: alla loro lettura, al loro ascolto. Un brano prodotto e cantato con coraggio, per cercare di dare voce ai sommersi di questa triste vicenda.
(La Redazione)