Altaforte cacciata da Torino: la repressione è cominciata

Altaforte cacciata da Torino: la repressione è cominciata

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Altaforte cacciata ufficialmente dal Salone del libro di Torino. È quanto si apprende dopo le richieste della Città di Torino e la Regione Piemonte, fondatori del Salone, che hanno chiesto “Torino, la città del libro”, al di rescindere il contratto con la casa editrice. Richieste accettate nella giornata di ieri.

“È necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone”. Così dicono i democratici.

Casapound, che non è legata ad Altaforte nonostante si continui a sostenere il contrario, riferisce che farà causa. E l’editore – fiato sprecato – nel ricordare di non essere né razzista né antisemita, ma non va bene. È in realtà totalmente inutile provare a fare presente che prendere posizioni come quella di Francesco Polacchi non significhi negare l’olocausto o essere per forza antisemiti, la censura prosegue dritta e senza appelli. L’importante sono le etichette, e non i contenuti. Come sempre.

Perché “rescindere un contratto”, significa cucire la bocca. Né più né meno. Atteggiandosi pure a democratici. Una pratica che nel mondo “antifa” abbiamo visto realizzarsi diverse volte. In appena un mese, una cultura liberticida e repressiva ha negato perfino di marciare in memoria di ragazzi innocenti ammazzati negli anni di piombo, come Sergio Ramelli, è stata capace di definire Casapound un partito addirittura di stupratori e adesso anche di negare la presenza di un editore legittimamente presentatosi a una fiera per fare, come tutti, onestamente il proprio mestiere.

Zerocalcare può tirare un sospiro di sollievo e tornare al Salone, dopo la rinuncia dei giorni scorsi. Da buon democratico.

“Sono molto contento perché posso tornare al salone, la decisione di non venire per me era molto amara ma anche l’unica possibile. Credo che il clima e le prese di posizione di tanti e tante in questi giorni abbiano contribuito a l’esito di questa vicenda e spero che servano a non normalizzare più in futuro la presenza dei fascisti in questi contesti. Meno male che per una volta ci portiamo a casa qualcosa”.

Il “per una volta” fa decisamente più ridere del resto.

Non si preoccupino i dirigenti di Altaforte. Erano degli sconosciuti ed ora sono popolarissimi, come testimoniano le vendite del libro su Salvini. Grazie agli antifà e alla loro intelligenza strabordante. Se il buongiorno si vede dal mattino, forse siamo vicini davvero al giro di boa dell’egemonia culturale della cosiddetta “sinistra” e di tutti gli allocchi che continuano a corrergli appresso.

Intanto la repressione è iniziata. E se i risultati proseguiranno, continuerà.

(di Stelio Fergola)

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