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Eredità e testimonianze del dominio spagnolo a Foggia e in Puglia

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L’impronta della dominazione spagnola nei territori del Mezzogiorno d’Italia, e nella regione Puglia in particolare, è visibile ancora ai giorni nostri, non solo nelle architetture lasciate dagli eredi della corona d’Aragona dalla parte alta della regione fino alle coste del Salento, ma anche nei costumi, nel linguaggio e in quello spirito immutato di resilienza che, alla fine, è diventato proprio delle popolazioni di questa parte del paese.

Nel XV e XVI secolo, la provincia di Foggia e il territorio della Capitanata divennero uno snodo importante per gli allora governanti aragonesi e, successivamente, per il grande impero spagnolo. Nel capoluogo foggiano (e precedentemente a Lucera), il Re di Spagna aveva stabilito la Dogana della mena delle pecore, sfruttando la posizione baricentrica di Foggia all’interno degli itinerari della transumanza, ricavando così da essa enormi entrate per le regie casse. Lo stesso Re di Spagna fece più volte visita in città nel periodo della dominazione spagnola del Mezzogiorno d’Italia, fattore che contribuì a “spagnolizzare” il capoluogo pugliese, non solo nel linguaggio parlato ma anche nei costumi e nelle tradizioni. In quegli anni le classi più agiate del foggiano importarono dagli spagnoli il gusto per lo sfarzo e del divertimento, diffondendo nei salotti buoni della città la pratica del gioco dei dadi e degli scacchi, passatempi assai diffusi in Spagna sin dall’epoca di Re Alfonso X capaci di influenzare anche lontane culture molti anni dopo, come dimostra il caso dello Yahtzee in Canada attorno al XX secolo.

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In quell’epoca, il centro principale della Capitanata divenne una delle città più importanti delle colonie spagnole nel Mezzogiorno d’Italia e punto strategico nelle tratte legate alla pastorizia transumante, fino a poco tempo prima appannaggio esclusivo dello Stato Pontificio. Ai pastori che provenivano dalle terre d’Abruzzo e dall’attuale Molise, il Re di Spagna ordinò di far svernare i propri pascoli all’interno dei confini del Regno. La provincia di Foggia e l’economia del territorio della Daunia, fino ad allora fatta di agricolture intensive, subirono una profonda trasformazione; la maggior parte dei terreni produttivi, infatti, fu riconvertita in campi per i pascoli del bestiame.

All’inizio, questo provvedimento diede un impulso non indifferente a tutto il settore dell’allevamento e, di conseguenza, non fece altro che risollevare le economie locali, composte da una platea sconfinata di piccole botteghe artigiane, delle comunità delle province molisane, abruzzesi, campane e pugliesi. Col tempo, però, complice anche una pesante imposizione fiscale, la scelta di puntare tutto sulle economie di transumanza si rivelò essere disastrosa per l’agricoltura e per i terreni che subirono, così, un duro colpo di grazia.

A livello burocratico, la vasta provincia italiana del Regno di Spagna veniva gestita attraverso l’istituzione dei vari Regimenti o Municipi (eredità del dominio aragonese), alla cui base vi erano gli attuali Consigli comunali, composti dal sindaco e due componenti di quella che potremmo oggi definire la Giunta municipale. Così composto, l’organo di governo delle varie comunità sovrintendeva al pubblico bilancio, alle costruzioni, alla imposizione delle tasse che qualche decennio più tardi, nel XVII secolo, portarono alle rivolte che scoppiarono dapprima a Napoli, sotto la guida di Tommaso Aniello (Masaniello), e ben presto in tutti i domini spagnoli del meridione del vicereame spagnolo.

In quello stesso periodo, le notizie che arrivavano dalla Campania convinsero un funzionario statale ed emulo di Masaniello, Giovanni Sabato Pastore, ad intervenire per porre un freno all’aumento delle tasse voluto dal Regno di Spagna e imposto dal Regimento cittadino. La rivolta portò alla cacciata dell’allora Governatore della Dogana dal territorio comunale ma, come a Napoli, i soprusi e la corruzione all’interno degli organi funzionari del Regno si protrassero per gli anni successivi, con la conseguente soppressione di tutti i moti rivoluzionari e la messa al bando dei ribelli.

Ma la dominazione spagnola nella regione Puglia portò anche alla diffusione di tanti edifici destinati al pubblico interesse, come gli ospedali e le case di accoglienza per le famiglie indigenti. Inoltre, in questo periodo, vennero istituite alcune tra le più note accademie culturali e fiorì l’arte barocca, ancora oggi tratto distintivo delle costruzioni storiche di alcune province pugliesi.

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