Da Israele forti dubbi sulla quarta dose del vaccino, in Sudafrica già da tempo hanno annunciato di rinunciare al tracciamento e alla quarantena per la variante Omicron. Non sappiamo se tutto ciò sia realmente positivo, ma non possiamo ignorarlo.
Israele e Sudafrica ci fanno sperare che la follia sia verso la fine?
Chiaramente, non possiamo saperlo. Però il peso di Israele nella somministrazione delle precedenti dosi è stato rilevante. Così come nella gestione dei lockdown. Quindi uno stop da un paese così influente anche nella gestione del Covid non può lasciare indifferenti e non può quanto meno non condurre a una riflessione. Alcuni giorni fa lo stop era dichiarato come tale, o per lo meno si affermava chiaramente la dipendenza delle scelte di Tel Aviv dalla variante Omicron.
Oggi di parla di “studio in corso” sulla quarta dose, come pubblicato su Il Messaggero, in questi termini: “L’ospedale Sheba di Tel Aviv comincerà oggi uno studio sull’efficacia della somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid. Lo studio – il primo al mondo secondo i media e in stretto contatto con il ministero della Sanità – coinvolge 6.000 persone, inclusi 150 operatori sanitari della struttura ospedaliera.”
Vedremo. Quel che è certo è che ci sono meno certezze che nel passato.
Nel Sud dell’Africa c’è chi ha sempre trovato l’allarmismo Omicron ingiustificato
E, importante da dire, è chi la Omicron l’ha scoperta. Ovvero il presidente dei medici sudafricani, Angelique Coetzee: “Esagerato chiudere, reazione esagerata: non ci sono ricoveri“. Questo è stato il suo commento. E le prime statistiche le hanno dato nettamente ragione. Se dunque come Israle, anche il Sudafrica attua una linea “morbida” e meno esasperata, c’è quanto meno da attendere con curiosità gli sviluppi.
Oltreoceano, intanto, il signor Bill Gates profetizza la fine della pandeima nel 2022. È certamente presto per parlare, ma di tutti i segnali che segnalavano un capolinea del viaggio delirante del coronavirus, questi ultimi sono forse quelli più sostanziosi. Come sempre: vedremo.
(di Stelio Fergola)