Franco Cardini contro il politicamente corretto. Anzi, contro la tirannia del politicamente corretto, come lo storico l’ha definita oggi nel corso di un’intervista a La Verità.
Cardini, politicamente corretto e “tirannia”
Cardini tuona contro il politicamente corretto ma contro una società ormai tirannica: “Viviamo sotto una tirannia e nemmeno ce ne accorgiamo”, dice il professore. Una sorta di “grido di allarme per una società, quella occidentale, destinata a diminuire le proprie libertà in nome di un’emergenza mondiale e “pandemica” senza fine.
“Il politicamente corretto è una conseguenza dell’estrema concentrazione del potere economico, finanziario e culturale nelle mani di pochi. Hanno fatto sparire il ceto medio anche nella cultura: se vai in libreria, ormai, trovi da una parte libri incomprensibili, e tutto intorno manuali di cucina e pure gazzettistica“.
Ma ciò su cui si concentra Cardini – come già fatto in passato peraltro – è sulla totale assenza di spiritualità che caratteriza il cittadino occidentale medio: “Dov’è Dio oggi? Uno dei presupposti della modernità è la cancellazione dell’idea di Dio, e cioè la convinzione che la vita non abbia uno scopo. L’unico impegno reale dell’esistenza è quello di sancire le proprie pulsioni. Questo genera fenomeni distruttivi”. Quali sono questi fenomeni distruttivi? Certamente, il crollo della natalità non può essere messo in secondo piano. I numeri del crollo sono così spaventosi che rischiano di portare la civiltà occidentale ad estinguersi – o quasi – nel 2050: “È scomparso il senso verticale della vita, l’ascesa verso qualcosa. Ci resta una vita orizzontale: nascere, morire, e qualcosina da consumare nel mezzo”.
Non sempre condivisibile, ma spesso libero
Questo è Franco Cardini. I momenti di strambo appannamento sono comunque pochi, rapportati a un universo di intellettuali debolissimo e quasi sempre schierato a senso unico. Qualche mese fa a Piazzapulita, Cardini aveva dimostrato ancora una volta di potersi esprimere contro la dittatura del politicamente corretto anche per una questione molto delicata quale quella “sempreverde” del fascismo. La sua visione terzomondista ha dei punti di forza come dei lati deboli e suscettibili di visioni immigrazioniste. Ma nel bilancio generale non possiamo che ringraziarlo.
(di Stelio Fergola)