Giuseppe Brindisi propaganda

Giuseppe Brindisi: la propaganda vax ha un nuovo fuoriclasse

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In barba alle varie Merlino, Gruber, Panella & Co. una nuova, luminosissima, stella si è ritagliata un posto di prestigio nel firmamento del giornale unico del vaccino: il nuovo campione della propaganda pro vax è sicuramente Giuseppe Brindisi da Modugno. Tutto mentre recentissimi sondaggi rivelano come la percentuale di italiani contrari al green pass sia in continuo aumento e che, ormai, quasi un italiano su due ritenga inaccettabile dover esibire il famigerato QR Code per svolgere le attività più elementari della vita quotidiana nonchè lavorare.

Se la irragionevolezza delle regole, insensate, frammentarie, illogiche – green pass sul Frecciarossa ma non in metropolitana, per dirne una – ha determinato perplessità nei cittadini sin dall’iniziale adozione della misura, cominciamo a sospettare che nella crescita del dissenso abbia inciso anche la incontrollata, pervasiva e spietata propaganda pro vax a cui – tolto Mario Giordano e pochi altri – nessuno è riuscito a sottrarsi.

Giuseppe Brindisi e Zona Bianca

Da svariate settimane, ogni mercoledì sera, nel salotto di Zona Bianca su Rete 4, Giuseppe Brindisi mette in scena un’adorabile opera dei pupi in cui ritaglia per sé il ruolo di puparo.

Come il puparo cura la sceneggiatura, dirige i pupi e dona ardore e pathos alle scene, così l’ex deejay pugliese prova a gestire l’affollato parterre di ospiti che affollano il suo studio, indirizzando il dibattito verso l’unica direzione accettata e possibile, in ossequio al manifesto programmatico della trasmissione, da lui stesso declamato qualche settimana addietro: “Noi crediamo nella potenza del vaccino”.

Il vaccino come divinità e #LaScienza – qualunque cosa sia – come scure.

Giuseppe Brindisi spadroneggia discettando di medicina, statistica e diritto: invita ospiti per regolamenti di conti personali – l’agguato ad Alessandro Meluzzi dello scorso settembre grida ancora vendetta – lascia parlare per ore quelli che gli piacciono, deride e mette a tacere chiunque non sia adepto dell’obbedienza vaccinale.

Ogni domanda, riflessione, osservazione che esuli dal percorso tracciato – quello, appunto, della FEDE nel vaccino – riceve, ineluttabilmente, la medesima accoglienza: il malcapitato di turno, rigorosamente uno contro tutti, viene aggredito, messo a tacere o, se particolarmente fortunato, dileggiato da tutti gli altri ospiti, in coro capeggiati, spesso, da una Sabrina Scampini, campionessa di finezza in cerca di ribalta con tatuaggio sternale in bella vista.

In questo meraviglioso circo, il nostro eroe, perennemente in stato di eccitazione, si dimena e si scompiglia, grida e si scaglia come un condottiero indomito contro gli avversari del green pass. Poi s’acquieta e finge equilibrio ma bastano un paio di parole per ridestarlo: idrossiclorochina lo infiamma, , l’espressione “cure precoci” lo trasforma in una bestia di Satana, ivermectina gli suscita gli istinti più tribali.

Il vaccino come divinità assoluta

Il vaccino per il vaccino, nient’altro che il vaccino. D’altronde, il suo profilo Twitter è tutta un’ode al green pass: Brindisi accoglie la folle idea, partorita dalla contorta mente di Vincenzo De Luca, di raddoppiare il prezzo dei tampone per i non vaccinati con un entusiastico “Vulesse ‘o cielo”, celebra Berlusconi intento a mostrare il suo lasciapassare a Bruxelles, ritwitta compulsivamente qualunque contenuto celebri il salvifico siero e la maestosa carta verde.

È così apertamente coinvolto nella discussione ed immedesimato nella sua lotta per il vaccino da risultare ridicolo e, a tratti, miserabile. Come è miserabile quel sistematico piagnucolare per le shitstorm che pare subisca sul web: se tu, giornalista, colto, affermato, incravattato e inamidato passi tre ore di fila a deridere e tacciare di ignoranza chiunque proponga una opinione difforme, devi pur aspettarti una reazione.

L’esasperazione con cui Brindisi ha abbracciato la propaganda greenpassista tradisce quasi la necessità di piegarsi a pressioni esterne da cui pare essere schiacciato: troppo aggressivo, troppo violento, troppo scandalosamente partigiano e incapace anche solo di fingere equilibrio.

Il risultato che appare allo spettatore è grottesco, quasi tragicomico, e ha il pregio – dal nostro punto di vista – di centrare l’obiettivo opposto suscitando insofferenza e rigetto, solidarietà con no vax e no green pass trattati puntualmente come bersagli dall’improvvisato e inadeguato puparo.

La verità è che per certe cose ci vuole le physique du role. E Giuseppe Brindisi da Modugno non ce l’ha.

Come cacciatore di vongole, però, non sarebbe male.

(di Dalila di Dio)

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