È una sconfitta altamente prevedibile quella che il centro-destra ha subito in questa tornata di elezioni amministrative. Da Roma a Milano, passando per Torino – con l’eccezione di Trieste – nelle città cruciali del Paese soffia il vento del progressismo a guida dem. Già, perché se Enrico Letta può festeggiare, i cinque stelle hanno ben poco da gioire visto che sono letteralmente scomparsi dalla cartina politica italiana. Nondimeno, il loro apporto alla vittoria della sinistra – forse tranne a Roma – è risultato essere praticamente nulla e non percepibile. Ma torniamo al centro-destra: perché questa cocente sconfitta? Ci sono più risposte a questa domanda.
Perché la destra perde: Candidati deboli
Chi ha ascoltato Michetti durante la campagna elettorale romana ha potuto percepire la sua debolezza e la totale assenza di carisma, se non di preparazione. Diverso come profilo da Bernardo – candidato sconfitto a Milano da Beppe Sala – ma ugualmente insipido per gli elettori di centro-destra. Se quest’ultimo vuole vincere, deve fare una riflessione sulla propria classe dirigente e per città così importanti deve proporre il meglio, non dei candidati “civici” che nessuno conosce e che difficilmente l’elettorato imparerà a conoscere in poche settimane “clou” di campagna elettorale. Non si può imputare tutto ai media e alla loro partigianeria, alle inchieste ad orologeria, alle solite accuse di fascismo: un leader forte e carismatico non teme nulla.
Centro vs periferia
Il draghismo complica la vita è vero, giacché con un governo di unità nazionale viene a mancare per buona parte il cosiddetto voto di opinione. Ma non è solo questo, anche se andrà fatta una riflessione approfondita sullo stato di salute della democrazia italiana in una fase nella quale la democrazia parlamentare è in profonda crisi e la maggioranza degli italiani vuole affidarsi a una tecnocrazia dell’uomo forte (Mario Draghi). Il punto è che se bisognava portare le periferie al voto e così non è stato perché ci si è concentranti troppo sui centri storici dove il Pd è sostanzialmente imbattibile (per via di fattori culturali, sociali, ecc.). Il centro-destra è apparso senza un suo dna, privato della sua identità.
Non è un problema di sovranismo
Chi sostiene che il centro-destra debba “abbandonare il sovranismo” parla del nulla. Se il centro-destra vuole diventare una copia della Cdu tedesca, auguri: meglio non dimenticare la lezione di Donald Trump. Per vincere la destra deve fare la destra e scrollarsi di dosso la sudditanza psicologica che prova verso la sinistra.
(di Roberto Vivaldelli)