Ioan Petru Ciulanu

30 anni dall’omicidio di Ioan Petru Culianu, il collezionista di smeraldi

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L’omicidio del professor Ioan Petru Culianu avveniva nel maggio 1991, per la precisione il giorno 21, ad opera di un sicario rimasto ignoto che freddava il professore con un colpo di pistola alla nuca, nella toilette dell’Università di Chicago. A 41 anni moriva così uno studioso enciclopedico, ricercatore profondissimo, docente stimato (molto dagli studenti, poco dai colleghi), scrittore poliedrico e originale. Personaggio curioso, misterioso, complicato.

Ciulanu

Formazione e prime disavventure di Ioan Petru Culianu

Ioan Petru Culianu nasce il 5 gennaio 1950 (il Capricorno l’ha forse aiutato a sviluppare un’ambizione prossima alla megalomania, e un’introversione sfociata nel culto di se stesso) a Iasi (seconda città rumena per popolazione – dopo Bucarest – e già capitale del Principato di Moldava), da famiglia con quarti di nobiltà e grande tradizione accademica, già da ragazzo Culianu si guadagnò l’ostilità del regime di Ceausescu, che già tanto aveva nuociuto al padre. Già schedato come dissidente, si laureò a Bucarest nel 1972 con una tesi sul Rinascimento italiano: lo stesso argomento con cui si era laureato colui che diventerà il suo maestro, Mircea Eliade. Divenne nel frattempo espertissimo in yoga, tarocchi, chiromanzia.

Dopo la laurea ottenne, senza sperarci, il permesso per l’espatrio: lo considerò un invito da parte della Securitate a levarsi di torno. In Italia visse un periodo difficilissimo: dapprima fu rinchiuso nei campi profughi di Trieste e di Latina (dove tentò il suicidio aprendosi le vene dei polsi – gliene resteranno le cicatrici, e la visione d’una bellezza botticelliana); giuntovi nel pieno degli Anni di Piombo, cercò contatti con estremisti sia rossi che neri, senza però trovare nessuno interessato alla sua lotta contro il regime rumeno. Studiò a Roma, a Perugia e si specializzò alla Cattolica di Milano, allievo di Ugo Bianchi.

Insegnò a Parigi e Groninga, per poi essere trasferito a Chicago. Negli USA sposò una connazionale, già divorziata e con un figlio; si lasceranno quando lui incontrerà Hillary S. Wiesner, studentessa d’archeologia e d’arabistica, nella quale rivedrà la Flora di Botticelli che l’aveva visitato nel deliquio conseguente al tentato suicidio (intanto, nel suo studio all’università, appende una stampa della Primavera). Sarà la sua compagna fino alla morte di lui (dopo di che, lei ne dirà soltanto: “era l’uomo più amaro che avessi mai incontrato”); assieme viaggeranno molto, nei numerosi passaggi in Italia diventeranno amici d’un altro professore eterodosso e sulfureo, il torinese Elèmire Zolla (oggetto del livore di Umberto Eco, il quale pure sarà in rapporti cordialissimi con Culianu), anch’egli sentimentalmente unito a una ex studentessa, Grazia Marchianò (tuttora custode della memoria e delle opere del prof. Zolla).

Ioan Petru Ciulanu

Ioan Petru Culianu contro Eliade e la Securitate

Alla Divinity School (la facoltà universitaria di studi religiosi) di Chicago, Culianu ritrovò Eliade con la moglie, Christinel: quasi suoi genitori adottivi, finché Culianu non pretese di interrogare il grande storico delle religioni sulla sua passata vicinanza alla Guardia di Ferro e, ottenuto per risposta un imbarazzato silenzio, reagì “smascherando” la (già nota) militanza del decano nel fascismo rumeno, per la quale Eliade era già stato messo all’indice da editori, critici e allievi italiani (il più isterico fu Furio Jesi, anticipatore col pamphlet diffamatorio La cultura di destra degli odierni compilatori di liste di proscrizione editoriali).

Ossessionato dal regime in Romania, oppresso dal pensiero di madre, sorella e cognato in cordiale ostaggio della Securitate, Ioan Petru Culianu si diede a una frenetica attività dissidente a distanza: articoli, racconti satirici, trasmissioni radio, raccolte di firme e di fondi. Quando, a seguito del processo-farsa intentato dai golpisti nel Natale 1989, Ceausescu e la moglie saranno fucilati, il professore dirà: caduto questo regime, ne arriverà uno più stupido.

Non pago d’essersi inimicato i suoi compatrioti più facinorosi, in preda all’arroganza Culianu sparse derisioni anche contro una cerchia di miliardari del Michigan con la passione dell’occultismo (congreghe affini a quella dei mandanti del Mostro di Firenze, o a quella raffigurata da Kubrick in Eyes Wide Shut). Pur non avendo una cultura paragonabile a quella dell’esimio professor Culianu, costoro lo superavano però per dimestichezza col mondo pratico – e con quello criminale.

Culianu (la cui grande intelligenza da erudito faceva contrasto con una annichilente dabbenaggine nella vita reale, grazie alla quale aveva per esempio scritto le lettere d’amore per Hillary sul computer Commodore condiviso con la moglie) si trovò sempre più stretto in una morsa di terrore: telefonate minacciose, messaggi misteriosi a suoi amici (i cui mittenti dimostravano di sapere più del consentito al loro riguardo), una perquisizione del suo appartamento, un’aggressione fisica nell’atrio dell’ateneo. L’atteggiamento di Culianu diventò confuso: a volte reagì continuando a sparlare, altre volte si schermì dicendo che stava solo scherzando.

Fino al colpo di pistola che lo ha stroncato nel wc dell’università. La precisione con cui l’assassino ha agito è da servizi segreti, e la modalità umiliante una firma delle spie rumene (la fine di Culianu sarà oggetto di derisione sui giornaletti vicini alla sedicente nuova Guardia di Ferro); ma sembra strano che abbiano mandato oltreoceano un sicario, a stroncare un professore universitario che peggio d’insultare (per quanto ingegnosamente e profeticamente) non poteva fare. L’FBI chiuse immediatamente il caso, lasciando intendere di preferire dar credito alla pista rumena a discapito di quella occultista.

Culianu: Eros e Magia nel Rinascimento

Almeno quanto la sua biografia, è avvincente l’opera del professor Ioan Petru Culianu. Suo capolavoro resta Eros e Magia nel Rinascimento: la congiunzione astrologica del 1484, pubblicato con varie aggiunte in edizioni successive; la prima versione (Eros et Magie à la Renaissance, Flammarion, Parigi 1984), scritta direttamente in francese, era già un ampio sviluppo di Iocari Serio (a sua volta, un’estensione della tesi di laurea dell’Autore). Seguiranno le versioni inglese (Eros and Magic in the Renaissance per la Chicago University Press) e italiana (dapprima per il Saggiatore, tuttora disponibile fra i tipi di Bollati Boringhieri). Come tutte le altre opere di Culianu, Eros si Magie in Renastere è disponibile presso la Polirom di Bucarest, la maggiore casa editrice rumena.

Opera vastissima e rivoluzionaria, Eros e Magia nel Rinascimento affronta una enorme porzione dell’immenso scibile rinascimentale (e non solo: parte dai presocratici per arrivare alla filosofia della scienza novecentesca) per proporre un capovolgimento pressoché totale dello studio storico e della ricerca scientifica. Lo stile è sontuoso (tra una estrema serietà e un’arguzia raffinatissima), la quantità d’informazioni riversata sul lettore è terrificante, la profondità del pensiero è cosmica, la portata rivoluzionaria delle teorie di Culianu è enorme.

Stando a Culianu, fra le epoche storiche vi sono cerniere: queste sono i cambi di paradigma, i mutamenti dell’immaginario. Sostiene Culianu che le scienze d’epoca rinascimentale, ad oggi considerate obsolete e prive di validità (e perciò definite “pseudoscienze”), allora ricevevano il crisma di qualsiasi autorità: erano persino efficaci, proprio perché considerate affidabili.

La magia rinascimentale: da Ficino a Bruno sino a Culianu

La magia rinascimentale, spiega Culianu, non era nulla d’astruso: il mago era soltanto chi, conoscendo meglio d’altri la natura (nella sua accezione più ampia: la physis), fosse in grado di usarne i segreti per i propri scopi. Questa era la magia di Marsilio Ficino e di Giordano Bruno (che Culianu, da fine esegeta e lettore attento, spoglia della stereotipata e fallace immagine di santino laico ad uso e consumo di liberali, anarchici, massoni, atei e altri mistificatori di matrice freudiana e marxista): nulla di eretico – se Ficino aveva ogni premura nel dichiararsi e dimostrarsi cattolicissimo (senza però in fondo esserlo per davvero – con una diplomazia che fatalmente mancò al suo allievo più grande, Pico della Mirandola, che Culianu lascia intendere di considerare più grande del suo maestro; forse alludendo al suo stesso proposito di superare Eliade), Bruno auspicava una teocrazia più forte di quella vaticana: starebbe in ciò l’autentico significato della celebre frase avete più paura voi nel pronunciare questa sentenza, che non io a subirla: secondo Culianu, gli inquisitori di Bruno erano intimoriti dall’assolutezza del regime propugnato dal domenicano stonacato.

Sul rogo di Campo dei Fiori, nel febbraio 1600 assieme all’ex frate nolano sarebbe bruciata non (come preteso dai banali slogan anticlericali scanditi dai turisti assiepati sotto la cupa statua commissionata da Ernesto Nathan, sindaco di Roma e gran maestro del Grande Oriente), la libertà di pensiero e d’espressione; piuttosto, sarebbe stata stroncata l’immaginazione, vittima già dal secolo precedente del fuoco incrociato di protestanti (sono soprattutto loro, i destinatari della vis polemica del professore rumeno) e cattolici.

L’avventura di Eros e magia nel Rinascimento comincia nell’antica Grecia, con le teorie sulla natura dell’anima e del cuore, attraversa il primo Rinascimento – quello del XII secolo, quando gli arabi riscoprono i classici – e quello canonico, del Quattrocento e Cinquecento; sino alla realizzazione, sulla soglia del Duemila, delle teorie bruniane sulla magia erotica (intesa non come magia sessuale e/o amorosa, ma come “legame”) e sul controllo a distanza: Culianu ha così fatto riscoprire uno scritto di Bruno sino ad allora considerato minore, il De vinculis in genere.

Oltre a dei racconti tanto belli quanto complessi (Jocul de Smerald, pubblicati in Italia come  La collezione di smeraldi  da Jaca e Il rotolo diafano da Elliot), Culianu ha scritto una biografia di Eliade in italiano, degli studi su gnosticismo e dualismo (Iter in silvis; Gnosticismo e pensiero moderno; I miti dei dualismi occidentali) e sulle esperienze estatiche, o di oltre-vita (Esperienze dell’estasi dall’ellenismo al Medioevo; I viaggi dell’anima: sogni, visioni, estasi). Fra i suoi interessi anche la quarta dimensione, la fisica quantistica, la parapsicologia, la cibernetica…

Già col giovanile Iocari serio (di recente pubblicazione italiana) Culianu propose di studiare la storia non come sequenza di eventi, ma come insieme organico di “produzioni mentali” – insomma uno studio cognitivo della cultura, anche oltre la storia delle idee.

Erudito spropositato, pensatore profondissimo, studioso di livello altissimo, narratore originale e di qualità, mago: Ioan Petru Culianu è stato un autore difficile e prezioso. La sua morte prematura ha privato un panorama culturale internazionale sempre più misero di una delle menti più grandi e valide che mai si siano messe all’opera. I suoi studi hanno dato spessore a discipline nobili ma delegittimate dal pensiero dominante: la commistione di marxismo, filosofia analitica e liberalismo che da decenni uniforma, pialla e priva di carattere i dipartimenti di scienze umanistiche delle università occidentali, imponendo un livello culturale bassissimo, facendo dilagare l’autoreferenzialità cattedratica, oltre che una visione del mondo e dell’uomo piccina e ristretta.

Il professor Ioan Petru Culianu guardava più in alto e più in profondità; guardava oltre.

(di Tommaso de Brabant)

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