Gli insulti alla Meloni, con la misoginia, non c’entrano granché. E in tal senso, fa un po’ sorridere il modo viscido con cui, a sinistra, personaggi come Laura Boldrini o Lorenzo Tosa hanno “espresso solidarietà” verso il presidente di Fratelli d’Italia. Non solo per il contenuto vergognoso all’interno dei loro sedicenti attestati di “vicinanza”, ma anche perché essi dimostrano per l’ennesima volta di non aver capito nulla di quanto accaduto. Ma andiamo con ordine.
La Meloni è stata insultata perché di destra
Le parole testuali del “professor Gozzini” sono: “Questa pesciaiola. Mi dispiace di offendere questi negozianti, ma io non posso vedere in parlamento gente simile, cioè di un’ignoranza di tale livello, che non ha mai letto con ogni evidenza un libro in vita sua, e che poi possa questa gente rivolgersi da pari a pari a un nome, Mario Draghi.”
Interviene Raffaele Palumbo che lo interrompe: “Onore agli ortolani e i pesciaioli”, come a dire, non offendiamoli paragonandoli alla Meloni. “Esatto. Sono d’accordo anch’io”, annuisce Giorgio Van Straten.
Riprente Gozzini: “Ma guarda, io li conosco i pesciaioli”. Proseguendo poi: “Datemi dei termini. Una rana dalla bocca larga? Una vacca? Cosa devo dire, una scrofa? Cosa devo dire per stigmatizzare il livello di ignoranza e di presunzione? Peracottara, forse”.
A parte l’ovvio utilizzo di “metafore” femminili (ovviamente in negativo), visto che il presidente di FdI è – con tutta evidenza, anche se al giorno d’oggi non si può mai dire – femmina, di misogino negli insulti a Giorgia Meloni, beh, c’è molto poco.
Più che altro c’è la rabbia di alcuni poveracci – loro sì, presuntuosi – sfogata contro un politico che ha osato dire di no a sua maestà incontestabile Mario Draghi, in nome della “democrazia”, e ancor peggio lo ha perfino criticato. Tra l’altro esprimendo più di una parola d’augurio nei confronti del premier, e non annunciando neanche chissà quale opposizione dura (la quale sarebbe suo pieno diritto, anche se in questo caso, visto lo scarso numero di parlamentari FdI, abbastanza inutile).
Insulti alla Meloni: l’immaginaria versione “misogina” di Boldrini e Tosa
Sì, Laura Boldrinii e Lorenzo Tosa. Non ci avete capito una mazza, per dirla con toni gergali un po’ volgari. Peggio ancora, potreste aver fatto finta di non capirci. E non solo. Ma siccome siamo buoni, facciamo finta che siate completamente cretini: credetemi, è sicuramente meglio e nella fattispecie diventa un complimento.
Perché le idiozie che avete scritto, intrise di solidarietà – ma al contempo anche delle solite, marce considerazioni insultanti – sono troppo squallide anche per un completo imbecille.
Laura Boldrini parla di “odio misogino“, Lorenzo Tosa, di “insultata in quanto donna”. Tutto ciò quando il caro prof ha motivato in modo incontrovertibile le sue invettive: “l’ignoranza della Meloni” e il fatto che ella si “permetta” di parlare a tu per tu con Draghi. La donna, no, non c’entra niente. C’entra una sola cosa: il fatto che sia una persona che si oppone – almeno in buona parte – al mondo che volete voi. Al presidente che voi idolatrate. Il fatto che sia di destra.
E la vostra solidarietà è credibile quanto la neve in agosto in spiaggia.
Il fatto che sia donna, no, non c’entra un cazzo, perdonate la parolaccia, ma ve la meritate. E voi lo sapete bene. L’alternativa è che siate completamente tonti. Circostanza che, in questo caso, sarebbe sul serio un complimento.
Se potessi mi rivolgerei direttamente anche ad Andrea Giambruno, compagno della Meloni, ammesso che legga questo pezzo, e gli direi di non puntare sulla misoginia, perché è il loro gioco. Occorre invece puntare sulla verità concreta: ovvero che la Meloni viene insultata perché le sue idee non sono accettabili per la dittatura progressista. Questa è la verità.
(di Stelio Fergola)