John Wayne: l'eroe western dell'epica cinematografica americana

John Wayne: l’eroe western dell’epica cinematografica americana

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Il cinema americano è pieno di divi e leggende, ma mai nessuno ha saputo interpretare l’Americano vero di frontiera quanto John Wayne. Il suo nome è legato per l’eternità al genere western, non è un caso infatti che ogni  volta che sul grande schermo compare un film di tale genere il paragone parte immediato.

La vita prima del cinema

Il 26 Maggio 1907  nasce Marion Mitchell Morrison noto però in tutto il mondo con lo pseudonimo di John Wayne. Soprannominato anche “The Ducke” la sua carriera inizia grazie al cinema muto negli anni ’20, ma deve la sua gloria al genere western.

L’infanzia e la giovinezza trascorrono tranquillamente, durante il periodo del college si appassiona al football ed inizia a studiare cinema. Gli ultimi anni dell’università si caratterizzano per la recitazione in alcuni film minori grazie alla figura di Tom Mix , a cui fornisce biglietti per le partite di football. È proprio in questo lasso di tempo che John Wayne fa l’incontro più importante della sua vita, quello con John Ford.

 

I primordi della carriera di John Wayne

Tra gli anni 1929-1930 recita in alcuni film western quali “Il grande sentiero” e compare nei titoli di coda con il nome di John Wayne suggerito dal regista. Sfortunatamente il film non consegue molto successo e John deve ricoprire ruoli minori in film di case produttrici poco note quali: Monogram e Repubblic Pictures.

Solo più avanti verso i 35 anni John Wayne interpreta i suoi ruoli più celebri nei film di John Ford quali:  “Ombre rosse (1939), “Il massacro di forte Apache”(1948), “I cavalieri del nord-ovest”(1949), “Rio Bravo”( 1950), “Un uomo tranquillo”(1952), “ Sentieri Selvaggi”(1956), “L’uomo che uccise Liberty Valance”(1962).

 

I film meglio riusciti

Il suo primo film a colori risulta essere “Il grande tormento”(1942) nel quale lavora come amico di Harrey Carey. Successivamente compare in altri film quali : “Vento selvaggio”(1942) e “Iwo-Jima deserto di fuoco”(1949).

Uno dei suoi ruoli più popolari, oltre alla figura del west, è quella nel film “Prigionieri nel cielo”(1954)  diretto da William Wellam e basato sul romanzo di Ernest Gamm ovvero il “capo-pilota eroico”.

L’interpretazione del personaggio di Ethan Edwars in “Sentieri Selvaggi”(1956)  è la migliore mai riuscita per l’attore statunitense, ma nonostante ciò solo nel 1970 riceve l’oscar per il film “Il Grinta”(1969). Inoltre si è cimentato anche nel ruolo del regista curando ogni minimo particolare nei film quali “La battaglia di Alamo”(1960) e  “Berretti Verdi”(1968). Quest’ultimo film fu causa di numerose critiche visto il risalto dato alla guerra in Vietnam ed ai sentimenti nazionalisti. Il suo ultimo film risale al 1976 e s’intitola “Il pistolero”. Muore l’11 Giugno 1979.

 

Il genere western nell’epica della frontiera

John Wayne è un mito che ha attraversato il secolo scorso e resiste completamente intatto ai nostri giorni. Questo è stato possibile grazie alle sue grandi interpretazioni passate alla storia nell’ambito del cinema western dove ha sempre interpretato parti che esaltano la lealtà, il coraggio, l’amicizia, l’onore, tutte quelle caratteristiche che tracciano molto bene l’epica della frontiera e della scoperta di nuove terre da parte di uomini forti.

Il western dunque non ha colpito solo gli spettatori americani, ma anche quelli europei e questo ha fatto sì che venisse visto con un’aurea mitica e leggendaria.

Il successo per Wayne arriva nel 1939 con il film “Ombre Rosse” di John Ford, regista che farà di “the Duke” il suo attore feticcio riservandogli i ruoli più importanti nei suoi numerosi film.

 

John Wayne e gli “ideali americani”

Proprio da “Ombre Rosse”, fra l’altro, prende piede l’immagine di John Wayne che l’ha sempre caratterizzato: il simbolo di un’America sbrigativa, rude ma onesta, con un sottofondo sensibile e di buon cuore, il tipico Americano di frontiera di metà Ottocento, che nasconde però l’ombra di un conservatorismo molto radicato il quale non riconosce molti torti tra cui l’invasione illegittima delle Americhe da parte dei conquistadores.

Questa ideologia poi non è mai stata smentita neanche all’interno della sua vita privata e delle scelte artistiche, anzi è stata più volte sottolineata da lui ed esaltata, come emerge anche da un film direttamente prodotto da lui “La battaglia di Alamo”.

Un altro film esemplare di questa sua ideologia è sicuramente “Berretti Verdi” in cui l’esaltazione degli ideali americani emerge in tutta la sua forza. Non a caso John Wayne ha contribuito a fondare nel 1944 la Moction Pictures Alliance for the Preservation of American Ideals, diventandone in seguito anche presidente.

 

L’attore e la persona

L’attore americano durante la sua lunga carriera ha interpretato ben 250 film, che hanno fatto registrare un successo di pubblico senza precedenti. Nonostante ciò la critica invece non si è mai risparmiata sugli aggettivi negativi per descrivere le sue recitazioni più volte ritenuta inadeguate.

Ma il mito di Wayne ed i valori che incarnavano i suoi personaggi andavano evidentemente oltre il discorso puramente artistico di una buona performance attoriale. Hollywood l’ha sempre osannato almeno dal punto di vista della stima e delle scritture che ottenne, ma non fu così dal punto di vista dei riconoscimenti ufficiali visto che vinse un solo Oscar alla carriera grazie al film “El Grinta” nel 1969.

Fuori dallo schermo John Wayne non era poi così diverso dai personaggi che interpretava. Burbero e dal cuore tenero, era molto amato dalle donne, un incallito giocatore di poker ed un forte bevitore. Questo ha fatto sì che si venisse a creare un binomio inscindibile tra il Wayne nella vita reale ed il Wayne dello spettacolo, che ha permesso alla sua figura di rimanere intatta fino ai nostri giorni e di consegnarla alla leggenda.

(di Severiano Scarchini)

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