Gratteri giustizialismo

Gratteri, il giustizialismo e l’idiozia a 5 stelle

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«Le giuro che i tempi della politica non c’entrano […]. Le elezioni in Calabria erano fissate per il 14 febbraio, avremmo aspettato il 15 per non interferire sulla campagna elettorale, ma poi sono state rinviate ad aprile: non potevo lasciare arresti in sospeso per decine di persone altri tre mesi».

Con queste parole il procuratore Gratteri, feticcio di un giustizialismo che, nei cuori pentastellati, sta intaccando il primato di Davigo (in evidente emorragia di potere dopo l’esclusione coatta dal CSM), ha spiegato ieri dalle pagine del Corriere della Sera le valutazioni alla base della decisione di dare seguito ora, proprio ora, all’ordinanza firmata dal Gip ad inizio gennaio, procedendo agli arresti ed alle perquisizioni per cui Lorenzo Cesa ed altri eminenti esponenti dell’UDC sono da un paio di giorni sulle prime pagine dei giornali.

Gratteri: “Nessun intervento ad orologeria”

Gratteri sente il bisogno di chiarire che no, non si tratta di un provvedimento ad orologeria, ed assicura di aver svolto ogni opportuna valutazione per evitare di falsare le prossime elezioni in Calabria.

Non poteva attendere almeno la soluzione della quasi-crisi di governo? Cesa e l’Udc sono entrati nel gioco dei «responsabili» in soccorso del premier Conte… chiede allora Giovanni Bianconi.

«Io fino all’altra sera gli ho sentito dire in tv che lui e l’Udc non sarebbero entrati nella maggioranza, quindi questo problema non si è posto. Se ora qualcuno vuole sostenere il contrario lo faccia, ma io l’ho sentito con le me orecchie» risponde il procuratore integerrimo.

Poi Bianconi passa ad altro, senza domandare al Procuratore quello che tutti vorremmo sapere: come si sarebbe comportato se Cesa si fosse mostrato disponibile ad una alleanza di Governo con Conte?

In quel caso avrebbe lasciato in sospeso “arresti per decine di persone”, attendendo sviluppi?

Mentre ancora ci stiamo domandando perché un Procuratore della Repubblica senta la necessità di commentare l’attività del proprio ufficio, rilasciando interviste a quotidiani e televisioni, ci imbattiamo nella perla: <<Ma perché le indagini della sua Procura con decine o centinaia di arresti, vengono spesso ridimensionate dal tribunale del riesame o nei diversi gradi di giudizio?>> lo incalza l’intervistatore: «Noi facciamo richieste, sono i giudici delle indagini preliminari, sempre diversi, che ordinano gli arresti. Così è avvenuto anche in questo caso. Poi se altri giudici scarcerano nelle fasi successive non ci posso fare niente, ma credo che la storia spiegherà anche queste situazioni».

<<Che significa? Ci sono indagini in corso? Qualche pentito che parla anche di giudici?>>

«Su questo ovviamente non posso rispondere».

Avete capito bene. Il Procuratore, ovviamente, non può rispondere.

Può solo insinuare.

Per giustificare il fatto che le sue sensazionali indagini siano troppo spesso ridimensionate dai giudici, il procuratore lascia intendere che esista qualche forma di prossimità da magistratura giudicante e cosche.

Nessun commento su una affermazione così grave, su un attacco dall’interno che delegittima la magistratura facendo leva sull’allusione.

Gratteri, il giustizialismo, il grillismo


Chi non è con me è con la ‘ndrangheta
. Chi non è con me è disonesto. Gratteri e il suo giustizialismo sono, insomma, in perfetto stile grillino.

Tutti zitti tranne l’Unione delle Camere Penali Italiane – sì, la congrega degli avvocati che andrebbero condannati insieme ai loro assistiti (cit. Piercamillo Davigo) – che ieri sera ha preso posizione sull’accaduto, stigmatizzando la gravità delle affermazioni dell’irreprensibile Gratteri.

<<Le affermazioni del Procuratore della Repubblica di Catanzaro>> si legge nella nota a firma della Giunta UCPI, indirizzata al Consiglio Superiore della Magistratura <<si rivelano di inaudita gravità. Non si tratta qui di discettare sulla fondatezza o meno di un quadro indiziario o di prospettare come la serialità di annullamenti da parte dei Giudici superiori, chiamati al controllo delle condizioni per l’applicazione della cautela, abbiano dato conto – quantomeno sul piano del metodo – della fragilità di quelle investigazioni. La considerazione del Dottor Gratteri propone al lettore l’idea che i provvedimenti dei Giudici, di censura dell’operato della sua Procura e delle valutazioni del GIP, siano ispirati da motivazioni estranee alle dinamiche processuali.

È una rappresentazione destinata a creare sconcerto tra i cittadini attribuendo di fatto annullamenti e riforme a ragioni diverse da quelle esposte nelle articolate motivazioni>>.

Attendiamo, fiduciosi, una presa di posizione di CSM ed ANM che, non abbiamo motivo di dubitarne, non tarderà ad arrivare.

(di Dalila di Dio)

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