I media mainstream hanno passato quattro anni ad attaccare Donald Trump, su ogni fronte. Hanno pubblicato articoli citando fonti rigorosamente anonime per screditarlo sul piano personale, più che politico. Hanno alimentato per anni la bufala del Russiagate, accusando l’amministrazione Trump di essere collusa con il Cremlino e Donald Trump di essere il pupazzo di Vladimir Putin. Ora, con l’insediamento del democratico Joe Biden, i media di regime sono pronti a essere servili, come sempre e a perdonare al democratico di tutto e di più. Altro che cani da guardia della democrazia: ma che vi aspettate da una testata come il Washington Post il cui editore e proprietario è Jeff Bezos?
I media tornano a essere megafono del potere
I media lo hanno già descritto come il presidente della conciliazione, dell’unità, della nuova “alba” americana dopo i quattro anni di Trump. Joe Biden giura, Jill si commuove: l’America volta pagina scrive il Corriere della Sera, mentre l’Unione Europea, scrive La Repubblica, propone agli Usa un patto in 5 punti per archiviare l’era Trump. Sempre La Repubblica esalta la performance – imbarazzante – di Lady Gaga: Lady Gaga da brivido con l’inno nazionale per Biden e Harris.
Insomma, è tutto un brivido, un sogno, una nuova alba. Con tutto il loro bagaglio retorico, i media mainstream stanno facendo di tutto per impostare una nuova narrativa sullo zio Joe Biden. Il buono, il moderato, il pacifico Joe Biden capace di archiviare Donald Trump, derubricato a male assoluto. Perché questo sono diventati i media di regime: degli strumenti del potere che hanno l’obiettivo di rinsaldare il potere, di non metterlo in discussione, di distruggere chi vi si oppone. Non perché Donald Trump fosse estraneo a queste logiche, anzi: ma rappresentava un potere minoritario in lotta contro un’élite dotata di un’influenza smisurata e praticamente imbattibile.
(di Roberto Vivaldelli)