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Coronavirus, il professor Bagnai e le sue lezioni online

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Dal dramma del coronavirus forse qualcosa di buono possiamo trarlo, e sono le lezioni “in diretta” di Alberto Bagnai. Potremmo chiamarle semplici dirette sui social, ma tale è la ricchezza dei discorsi del professore che non è azzardato parlare di spiegazioni didattiche su ogni argomento, non soltanto di pertinenza economica. Sulla stessa linea anche le comunicazioni video di Claudio Borghi, tra un’invettiva e l’altra contro il MES inserisce citazioni del Manzoni e di altri protagonisti della storia italiana. Entrambi i video, ormai divenuti appuntamenti quotidiani, spopolano su facebook e twitter.

Una strategia? Può darsi. Ma è difficile non ritenerla utile o quanto meno interessante.

Bagnai e le “dirette da coronavirus”: economia, ma non solo

Bagnai è un uomo di grande cultura. E non solo economica. Nelle ultime settimane il professore ha aumentato consistentemente la durata delle sue dirette, passate da una media di poche decine di minuti a oltre un’ora. Il risultato è una delizia per la voglia di conoscenza che è difficile perfino esprimere a parole.

In un lasso di tempo che si concentra ovviamente sulla polemica contro il governo e contro un’Unione Europea che sembrano bizzarramente desiderare la miseria economica di questo Paese, il professore trova il tempo per leggere Dante, parlare delle guerre napoleoniche, sciorinare la profondità incredibile della storia italiana, fare paralleli con il presente, ma anche citare particolari curiosi: è dell’ultimo video, ad esempio, il racconto riguardo Walter “Fritz” Mondale, candidato alla Casa Bianca nelle elezioni del 1984 contro Ronald Reagan. “Quanti di voi lo conoscono?” chiede ai partecipanti alla diretta. Nessuna risposta.

E in effetti la vicenda di Mondale (o meglio di “Mondale – Ferraro” vista la candidatura della vice Gerardine Ferraro) è una storia tipicamente americana, che oltreoceano ha suscitato per anni ironie paragonabili solo a quelle sviluppatesi in seguito per l’ambientalismo di Al Gore. La storia di una disfatta clamorosa di un candidato debolissimo, annullato dal giganteggiare della figura di Ronald Reagan all’epoca.

E Dante? Qgni volta che lo legge, il professor Bagnai avvisa la platea: “Adesso riduciamo un po’ il numero dei partecipanti”, dice quasi sogghignando malinconicamente.

Bagnai, il coronavirus e l’ironia: affrontare con leggerezza temi seri

“Esisterà sicuramente un mondo parallelo in cui siamo tutti tedeschi, ma nel nostro pianeta, quello dove viviamo, questa cosa non si è dimostrata possibile: esistono i tedeschi, che fanno giustamente i loro interessi, ed esistono gli italiani”. Le parole non sono esattamente queste, ma così Bagnai si rivolge a Prodi commentando l’Unione Europea di queste settimane e ribadendo il suo assoluto fallimento.

Per non dimenticare i tormentoni che citano proprio le satire del passato contro l’ex presidente del Consiglio (su tutte, l’imitazione dell’esclamazione “europeo!” ricalcante quella prodiana), o la presa di mira costante dei grillini, racchiusi talvolta nella figura di Di Stefano, richiamata spesso con toni dialettali romaneschi irridenti (“Manlio!).

Leggerezza, simpatia, sicuramente un po’ di sana spocchia verso un’ignoranza che ci sta portando al patibolo: questo è Alberto Bagnai in versione online.

Bagnai e la patria

Il professore cerca sempre di inserire qualche riferimento alla patria. Aspetto che, per dire la verità, viene curato anche da Claudio Borghi. Entrambi sono gli unici – o comunque tra i pochissimi – a rilanciare ogni tanto il tema. Anche queste piccole cose,  però, sembrano enormi rispetto al nulla di uno Stato che ha deciso di distruggerla, la patria.

In sintesi, il professore Bagnai, insieme al professor Borghi, fa quello che dovrebbe essere compito dello Stato stesso. Un impegno che dovremmo assumere noi stessi, ogni giorno, in un lavoro incessante che recuperi ciò che un uomo profondo e sensibile come Giovanni Gentile aveva ricordato in Guerra e fede:

La Nazione non c’è, se non in quanto si fa; ed è quella che facciamo noi col nostro serio lavoro, coi nostri sforzi, non credendo mai che essa ci sia già, anzi pensando proprio il contrario: che essa non c’è mai, e rimane sempre da creare.

Fa male essere così deboli, anche nelle forze politiche che hanno tra le loro fila uomini probabilmente ben disposti.

Con queste cose non si mangia, sia chiaro. E non ci salveranno dalla recessione. Ma diffonderle è importante, perché è proprio quando il cibo potrebbe mancare che si rischia di non reagire per arraffarlo. E’ proprio in quel momento che quel dannato pezzo di pane ti viene soffiato davanti agli occhi mentre tu rimani inerme, non convinto di te stesso e soprattutto non sapendo minimamente da dove provieni.

Comunque vada a finire, le lezioni di Bagnai e Borghi andrebbero scaricate tutte, messe in un disco rigido e archiviate come un’enciclopedia pregiata del nuovo millennio.

(di Stelio Fergola)

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