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Coronavirus, fatevene una ragione: l’Unione europea non ci aiuterà

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Coronavirus e Unione europea: non illudetevi che ci aiuteranno. Dunque, ci siamo: come riporta il Corriere della Sera, per contenere l’emergenza coronavirus questa sera il governo ha esteso a tutte le Regioni, a partire da domani mattina (martedì 10 marzo) e fino al 3 aprile, le misure già attive in Lombardia e in altre 14 province e relative all’emergenza Coronavirus. Queste misure, varate con un decreto nella notte tra sabato e domenica, prevedono il divieto di spostamento se non per «comprovati motivi di lavoro» oppure «gravi esigenze familiari o sanitarie». Per spostarsi ora servirà un’autocertificazione.

Meglio tardi che mai. Il premier Giuseppe Conte ha spiegato che «non c’è tempo» per contrastare l’avanzata del virus: «Occorre rinunciare tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini. Oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la guardia». Dunque, scuole chiuse fino al 3 aprile, chiusi i pub, le discoteche, le sale gioco, le sale bingo. Vietate le celebrazioni, comprese quelle di matrimoni e funerali, e tutte le messe. Le attività commerciali dovranno rispettare la distanza di un metro per i clienti altrimenti scatterà la sanzione.

Coronavirus, l’Unione europea non ci aiuterà

Rispondendo alle domande dei cronisti, Giuseppe Conte ha spiegato: «Stiamo ragionando sulla possibilità di precostituire una richiesta più elevata rispetto ai 7,5% miliardi di euro previsti per il decreto legge, riguardo allo scostamento del deficit». Avete capito bene: 7,5 miliardi di euro per ora, e se va bene qualcosa in più, per gentile concessione dei vertici dell’unione europea. Briciole rispetto a quanto sarebbe davvero necessario per rilanciare l’economia e fronteggiare l’emergenza.

In un momento tragico come questo, dalla presidente della Commissione europea ci si sarebbe aspettato un gesto forte. Dichiarazioni di ben altro tenore e impatto rispetto a quanto pronunciato oggi. Invece Ursula von der Leyen si limita al  solito burocratese. Non che le aspettative fossero poi così alte, in realtà, ma almeno la parvenza di un tentativo di aiutare uno dei popoli fondatori dell’unione europea… E invece no, meno di zero. Alla Commissione Europea, ha detto, «ci stiamo preparando per l’incontro dei ministri delle Finanze che si terrà la settimana prossima, per discutere la situazione e le possibili azioni a livello Ue» per contrastare gli effetti depressivi sull’economia dell’epidemia di Covid-19 che sta colpendo diversi Paesi europei. Che significa? Tutto e nulla.

Dichiarazioni di un leader fuori dal mondo, di un gran baraccone lontanissimo dai cittadini. E ancora: «Siamo in contatto costante – continua von der Leyen – con le autorità nazionali, con i rappresentanti dell’industria e con altri portatori di interessi. Sul versante macroeconomico, sono in costante contatto con Christine Lagarde, presidente della Bce. Stiamo studiando tutte le opzioni per la flessibilità prevista dal patto di stabilità e per quanto riguarda gli aiuti di Stato alle circostanze eccezionali in questo quadro. e naturalmente c’è un forte coordinamento delle nostre azioni e risposte a tutti i livelli».

Rassegniamoci: sul coronavirus da parte dell’Unione europea non avremo grandi aiuti. Lo scrive anche POLITICO: «Ad oggi i Paesi dell’Ue hanno rifiutato la richiesta dell’Italia di aiutarla nel combattere il coronavirus, poiché le capitali nazionali temono di dover accumulare maschere e altri strumenti medici per aiutare i propri cittadini, funzionari e diplomatici». Complimenti davvero: è questa la vostra unione europea?

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Unica soluzione: recuperare la sovranità monetaria perduta

C’è un’altra questione e riguarda la sovranità monetaria. Il giornalista economico Thomas Fazi lo ha spiegato molto chiaramente sulla sua pagina Facebook: «La drammatica verità è che l’Italia non ha assolutamente gli strumenti economici per reagire all’emergenza coronavirus: né per arginare in tempi brevi l’espansione del virus (che richiederebbe misure da economia di guerra), né per risollevare il paese dall’impatto economico dello stesso. Questo richiederebbe la mobilitazione di almeno 50-100 miliardi (secondo le prime stime; probabilmente molto di più), che è impensabile che il paese possa reperire indebitandosi ulteriormente in una valuta straniera (l’euro) alle condizioni dettate dai mercati e nei limiti imposti dall’Europa».

L’unica soluzione, sottolinea, «sarebbe fare quello che stanno facendo e che faranno praticamente tutti i paesi più colpiti dall’epidemia: creare la moneta necessaria dal nulla e immetterla nell’economia, ovverosia esattamente ciò che l’Italia non può fare, avendo rinunciato alla propria sovranità monetaria ed essendosi dunque ridotta, dal punto di vista monetario, al rango di una regione. C’è una sola cura economica per l’emergenza coronavirus: recuperare la sovranità monetaria. Altrimenti sarà un’ecatombe».

(di Roberto Vivaldelli)

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