Lupus in fabula

Lupus in fabula: un’espressione dalle lontane origini

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Quando si esclama “lupus in fabula!”, magari sghignazzando con qualche amico, non si intende chiaramente narrare storie fantastiche di feroci mammiferi nei boschi e sulle alpi, ma qualcosa di ben più semplice.

L’espressione, di origine latina, ha infatti una collocazione nel linguaggio comune ben precisa, e il suo stesso impiego nel gergo attraversa i secoli, fino ai giorni nostri, similmente ad altri casi di cui abbiamo già trattato.

Lupus in fabula: nascita e significato

No, non c’è nessun “lupo nel racconto” sebbene la traduzione letterale suggerisca questo. E sebbene qualcun altro lo identifichi con un “lupo nella favola”, come è riportata su diversi siti (alcuni dei quali, comunque, ne descrivono poi il significato corretto).

“Lupus in fabula” è semplicemente una espressione gergale, le cui origini risalgono alla romanità. Essa è spesso riferita alla presenza abbastanza frequente dell’animale in questione nelle favole di Esopo. È però ritenuta più calzante l’attribuzione resa famosa da Cicerone (ad Att. XIII, 33: de Varrone loquebamur: lupus in fabula venit enim ad me).

lupus in fabula cicerone
Statua di Cicerone

In quest’ultimo caso infatti, essa sta a significare l’arrivo di una persona oggetto di un discorso il quale, una volta presentatosi, viene interrotto nel silenzio generale. Riferimenti a lupus in fabula si hanno anche in Terenzio (Adelphoe IV, 1, 21) e in Plauto.

In ogni caso, l’espressione ha “navigato” molto la storia, passando per bocca o manoscritto di vari personaggi dell’arte, della letteratura e della scienza: abbiamo citato i latini, ma nel Medioevo un altro nome importante,

Leonardo Da Vinci, aveva fatto riferimento al concetto del “silenzio” in uno dei suoi aforismi più famosi, secondo cui “ancora si dice il lupo avere potenza, col suo sguardo, di fare alli omini le voci rauche“, che per l’appunto sottolinea la proprietà dell’animale di rendere muto il primo uomo che lo osserva.

L’aforisma del Da Vinci è poi diventato la base del detto popolare “ha veduto il lupo” o “è stato guardato dal lupo” che solitamente viene indirizzato a chi ha la voce bassa, per un raffreddore, mal di gola o influenza che sia.

In altre parole “lupus in fabula” è diventata nel corso dei secoli pratica comune, e sebbene non sia utilizzata da tutti, resta comunque molto conosciuta nei dialoghi quotidiani.

Lupus in fabula nel gergo di massa

Se si chiacchiera al bar, al ristorante o in un qualsiasi altro luogo di una persona conosciuta da uno degli interlocutori e lo stesso sopraggiunge sulla “scena”, si usa per l’appunto dire “lupus in fabula”, e dunque sottolineare l’avvento di un soggetto del quale si stava parlando appena un attimo prima.

Lupus in fabula regole

Nelle espressioni gergali di massa, “lupus in fabula” è molto simile alla maliziosa “Parli del diavolo…e spuntano le corna”, che per l’appunto ha una finalità comunicativa praticamente identica.

E questo spiega bene anche la relazione che sussiste rispetto alla credenza romana citata in precedenza, ovvero quella secondo la quale quando qualcuno avvista per la prima volta un lupo, perda “la favella”. Un significato più diretto di “lupus in fabula” potrebbe essere identificato con un semplicissimo “stavamo parlando di te”, visto che molto spesso la chiacchiera può anche non essere segreta, ma semplicemente precedente all’arrivo dell’interessato.

Il che suggerisce che il contesto stesso dell’affermazione ne cambi anche gli intenti: bonari e schietti in certi casi, più ambigui in altri.

Lupus in fabula nella cultura di massa

“Lupus in fabula” però è anche un’insieme di parole eleganti spesso inserito per dare un nome “prestigioso” ai contesti più disparati, talvolta completamente distanti dal suo significato originario. E così nella società moderna la locuzione viene anche inflazionata: esistono associazioni ambientaliste con tale appellativo. Nel mondo dell’intrattenimento si hanno alcuni esempi: giochi da tavolo (il famosissimo Lupus in tabula) che, sostituendo con un gioco di parole  “tabula”  a “fabula” sono divenuti molto popolari, oppure videogiochi elettronici su piattaforme online.

Premi letterari o rassegne artistiche hanno talvolta come nome “lupus in fabula”. Tra gli enti “seri” si può citare un’associazione culturale fondata nel 2009 ad Agrigento. Essa, fin dalla formazione, promuove spettacoli teatrali in tutta Italia, partendo dalla Sicilia per poi estendersi all’Emilia, la Toscana e la Liguria, e ottenendo anche ottimi riscontri tra il pubblico e la critica.

L’associazione si distingue, per stessa ammissione dei fondatori, per la “tanta voglia di proporre i suoi progetti, diffondere, condividere l’amore per la cultura“, una realtà “in cui convergono l’estro, l’energia e la professionalita’ artistica del nostro territorio e non solo, unendo artisti di differente provenienza e formazione. La sua forza e’ la capacita’ di continua crescita ed evoluzione proprio in virtu’ di una grande apertura all’arte in ogni sua forma, purche’ raccolta e vissuta con l’anima.”

“Lupus in fabula” è anche il titolo di uno degli ultimi lavori del filologo toscano Tommaso Braccini: il libro tratta dei racconti che si usavano diffondere per via orale nel mondo antico. Il sottotitolo è abbastanza eloquente: Fiabe, leggende e barzellette in Grecia e a Roma, sebbene l’opera si concentri anche sull’evoluzione di molte leggende anche in epoche successive, come quella medievale.

Lupus in Fabula
Lupus in fabula – Tommaso Braccini

Conclusione

Per quanto possa sembrare anzitutto maliziosa, in realtà “lupus in fabula” è oggi anche una frase bonaria. E, come dicevamo prima, molto dipende dal contesto: se lo scopo del chiacchiericcio diventa lo “stavamo parlando di te” essa viene infatti comunicata direttamente al “lupo” di turno, magari in modo scherzoso (esempio tipico: “Sei arrivato! Lupus in fabula!”) e anche se ciò non avviene non è scontato che il la discussione sul “lupo” sia per forza malevola.

Chiaramente esiste anche l’eventualità contraria.

LEGGI ANCHE —>Il latino oggi: perché dobbiamo continuare a studiarlo

(La redazione)

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