Come assassinare Tolkien: la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli

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Bompiani ha assassinato un classico, l’opera suprema di John Ronald Reuel TolkienIl Signore degli Anelli– sta per uscire con una nuova e terribile traduzione. L’eccitazione radical chic è alle stelle: titola infatti un articolo di Wumingfoundation: “Finalmente la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli“. Ecco qualcosa di cui non si sentiva assolutamente il bisogno.

Sia chiaro, tradurre significa sempre reinterpretare. Il lavoro del traduttore si compie in un contesto politico e sociale ben definito, e tale è anche la percezione dei significati delle parole. Un documento non è infatti mai innocente, esso risente delle intenzioni di chi l’ha scritto, dei valori del traduttore e del lettore che legge l’opera. Esiste una branca di studi, la filologia che, come dice il dizionario è :”La disciplina relativa alla ricostruzione e alla corretta interpretazione dei documenti letterari di una determinata cultura.”

Ma la filologia è una cosa, mentre l’operazione editoriale che stiamo osservando è una voluta e violenta rilettura di un classico per ripulirlo da tutti i suoi afflati “tradizionali”. L’intento dell’operazione di Bompiani e alleati è infatti chiaramente politica. Ma partiamo dall’inizio.

Tolkien, Il Signore degli anelli e la traduzione italiana

La prima traduzione de Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’anello fu fatta da Vittoria Alliata per la casa editrice Astrolabio nel 1967. Il libro non ebbe il successo aspettato e quindi non vennero pubblicati gli altri due tomi della trilogia. Ciononostante la traduzione venne approvata da Tolkien stesso. Nel 1970 Rusconi comprò i diritti e ristampò il Signore degli Anelli, con la traduzione di Alliata poco rimaneggiata dal curatore Quirino Principe. Con poche modifiche queste è la traduzione giunta sino a noi in diverse edizioni ora edita da Bompiani.

Nel 2003 sull’onda del successo della trilogia di Peter Jackson, Bompiani ripubblicò i volumi rivedendo di poco la traduzione a fianco della Società Tolkeniana Italiana. Iniziarono già piccole polemiche, infatti come riporta Wikipedia:

In un’intervista al Convegno Endòre di Brescia del 21 marzo 2004, Vicky Alliata di Villafranca ha difeso le sue scelte traduttive, ribadendo di avere seguito le indicazioni di Tolkien (in linea con i principi espressi successivamente in Guide to the names of the Lord of the Rings

Come assassinare Tolkien: la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli
La nuova orribile copertina de La compagnia dell’Anello tradotta da Ottavio Fatica.

I problemi più gravi iniziano nella nuova Era del “politicamente corretto“. Bompiani ha infatti deciso di operare una seria e ben definita operazione ideologico-politico-filosofica per epurare Tolkien da ogni afflato valoriale e religioso. Ignorando i numerosi scritti dell’autore sulla natura del Bene e del Male, della fiaba e della letteratura fantastica, l’intenzione dell’editore è quella di inquadrare il Signore degli Anelli nella nuova era del politically correct.

Noi a fianco di Vittoria Alliata

Questa operazione ideologica è stata compiuta da Ottavio Fatica e dal circolo di intellettualoidi radical chic e, come direbbe Fusaro, turbocapitalisti, dei Wu Ming. Riportiamo qui le parole di Alliata in seguito ad un intervista de Il Giornale:

«Il video diffuso dall’Aist mostra un trio di individui che, invece di illustrare in positivo il proprio lavoro, si esibisce, in modo eticamente e deontologicamente scorretto, nell’infamare il lavoro di una collega, per giunta in sua assenza. Un grottesco tribunale del popolo radical chic che processa un’imputata ignara e inerme.

E lo fa con argomenti peggio che banali, come quello della mia allora giovane età all’epoca della traduzione del libro. Alla cosiddetta presentazione hanno finanche stravolto la storia della mia traduzione, dimostrando di non aver letto né il tuo libro Tolkien e l’Italia (Il Cerchio) che ne ripercorre meticolosamente le tappe fin dal momento in cui l’editore Astrolabio me l’affidò nel 1967, né i documenti da te pubblicati.

Fra questi lo scambio di corrispondenza fra l’editore inglese Allen&Unwin e Ubaldini e gli altri materiali che provano l’attiva partecipazione del Professore al mio lavoro e l’approvazione entusiasta del testo definitivo non solo da parte di Tolkien stesso, che conosceva l’italiano per averlo studiato durante la prima guerra mondiale, ma anche del figlio Michael e dell’amico, noto cattedratico dell’università di Oxford, Camillo Talbot D’Alessandro, al quale aveva inviato copia».

Giù le mani da Tolkien e i suoi insegnamenti!

Sono usciti diversi articoli, su riviste di riferimento per il mondo “Nerd” – che si definiscono entusiaste per la nuova operazione ideologica compiuta su questo meraviglioso classico di Tolkien. Questi articoli hanno elogiato la nuova traduzione, ribadendo il fatto che essa fosse necessaria. Un lavoro che, come abbiamo già ribadito, si nasconde dietro il velo della “filologia” per operare invece un assassinio bello e buono.

Niente più poesia, niente più afflato mistico-religioso, niente più eroi guerrieri e Valori immortali, ma semplice e puro politically correct. Non ci meraviglieremmo se, guarda caso, nella nuova traduzione Legolas diventasse omosessuale, Gimli transgender e Aragorn si preoccupasse delle sorti degli Orchetti che “emigrano da Mordor” in cerca di nuove possibilità lavorative.

Dopotutto cosa ci si può aspettare da “filologi” e “traduttori” che rendono in maniera così brutale e orribile la poesia dell’anello? (Poesia che, ricordiamolo, nella sua prima traduzione dell’Alliata era stata entusiasticamente approvata da Tolkien, suo figlio e diversi amici!)

Come assassinare Tolkien: la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli
La nuova traduzione della poesia dell’Unico Anello

Tolkien e il Signore degli anelli, un mito eterno

La stragrande maggioranza del mondo “Nerd” e di appassionati si è accodato alla nuova traduzione. Rimangono pochi, sparsi e cocciuti lettori di Tolkien che tutt’oggi difendono il lavoro della prima traduzione. Questi sono gli stessi che riconoscono nel lavoro del professore di Oxford qualcosa che vada al di là della semplice “letteratura fantasy”.

Tutta la mitologia tolkeniana è infatti imperniata di valori sacri, assoluti e indiscutibili. Valori che non hanno nulla a che vedere con le mode temporanee del momento e che si ergono, come i due giganteschi Argonath di pietra, a perenne ancora per l’uomo del Mondo Moderno. Essi sono un simbolo di vita e vittoria, di fedeltà e fede, di Amore e Sacrificio.

Come assassinare Tolkien: la nuova traduzione de Il Signore degli Anelli
Gli Argonath, statue di grandi re del passato

A coloro che si schierano a fianco dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo, a tutti quelli che non si accodano alla mercificazione del Mondo Moderno e della moderna èlite intellettuale dominante. Spalla spalla con quelli che ancora oggi credono nella Contea piuttosto che nella lugubre Isengard, che amano Gondor e Rohan e combattono per difenderli dalle orde di Sudroni, Easterling ed Orchetti. A coloro, insomma, che amano Tolkiene e non mettono in dubbio i suoi isnegnamenti eterni noi diciamo solo una cosa: se volete una copia tradotta come si deve de Il Signore degli Anelli affrettatevi a comprarla prima che esca la nuova traduzione.

Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai,
E cantando al sole la spada sguainai,
Svanita ogni speme, lacero è il cuore:
Ci attende la collera, la rovina e il notturno bagliore!

(Emoer, re di Rohan, mentre raduna i suoi uomini dopo la morte di Re Theoden sulla piana del Pelennor).

(di Fausto Andrea Marconi)

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