L'odio anglosassone per l'antica Roma

L’odio anglosassone per l’antica Roma

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L’ideale del politicamente corretto che spesso sfocia nell’odio, politico e non, per chi si allontana dal pensiero unico omologante ha inserito nel proprio mirino la gloria dell’impero romano.

La colpa originaria degli italiani resta l’esteromania che spesso sfocia in una vera e propria esterofollia. Sulla divulgazione scientifica e storica in particolare se si eccettua il grande lavoro di Alberto Angela (premiato dagli ottimi ascolti) i canali televisivi si affidano sempre più spesso a produzioni straniere dalle scarse attinenze storiche. Due gli esempi lampanti: la serie tv “Britannia” andata in onda su Rai 4 e il ciclo di documentari “Gli 8 giorni che fecero Roma” trasmesso da Focus.

Partendo dalla prima, conclusasi da poco sulle emittenti in chiaro della Rai, è facile riscontrare una banalità e confusione completa nell’impostazione della stessa. I 9 episodi che la compongono non chiariscono se si tratti di una serie storica, fantascientifica o solamente più romanzata. Quel che è certo è che la serie statunitense e britannica, co-prodotta dai colossi Amazon e Sky, descrive l’impero romano e le sue legioni sotto l’amministrazione di Claudio come intimorite dai druidi e dalle popolazioni che abitavano l’isola a nord dell’allora Gallia nonostante la superiorità militare.

Tralasciando la solita intromissione di attori di colore (un po’ troppi per essere tutti legionari romani con tanto di nomi latini) appare impossibile anche il benché minimo paragone con un’altra serie tv che dipinse al meglio un’epoca appena precedente a questa: Roma co-prodotta da Hbo, BBC e Rai Fiction e girata negli studi di Cinecittà tra il 2005 e il 2007.

Il ciclo di documentari è stato, invece, presentato come uno dei punti di forza del nuovo canale Mediaset gratuito dedicato alla divulgazione culturale il cui curatore dei contenuti è il noto Roberto Giacobbo, già conduttore di Voyager sulle reti Rai e ora di “Freedom- Oltre il confine” su Rete 4. Appena mandate in onda le prime puntate de “Gli 8 giorni che fecero Roma” hanno ricevuto così tante critiche di faziosità da costringere immediatamente alla sospensione del programma.

Dopo alcuni mesi l’emittente televisiva ha deciso comunque di riproporre la serie anglo-sassone in cui la sedicente storica Bettany Hughes descrive i Romani come barbari fanatici schiavisti e distruttori di altre civiltà ignorando centinaia di storici, migliaia di volumi che sostengono l’esatto contrario e senza il minimo contesto storico su ogni vicenda analizzata da Annibale a Budicca passando per Spartaco.

Talvolta capita di essere contrariati per gli errori o le aggiunte nelle trame dei prodotti realizzati in compartecipazione dalla Rai (come nel caso della serie “I Medici”) ma bisognerebbe rendersi conto che se non saremo noi ad alzare il sipario sulla nostra storia anche quella finirà per essere trasformata a proprio piacimento da chi non ha il minimo ritegno nel riscriverla per i propri fini. In quest’ottica un plauso è doveroso anche all’esperimento per nulla semplice del film “Il primo Re” non a caso tacciato di fascismo dai soliti benpensanti che avversano e negano i valori dei confini, della sacralità e dell’eredità col nostro passato.

(di Luca Lezzi)

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