Quando Craxi condannò la guerra Nato contro la Serbia: “Disastrosa”

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Il 24 marzo 1999 l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, annuncia una campagna di attacchi aerei portata avanti dalla Nato contro la Repubblica Federale Iugoslava di Slobodan Milosevic. In Italia, il governo guidato da Massimo D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano a sostegno dell’aggressione della NATO nell’Ex Jugoslavia: i cosiddetti «post-comunisti» al governo avevano così mostrato il loro vero volto al servizio al servizio della superpotenza americana. Dalla base aerea Nato di Aviano si alzarono in volo i caccia bombardieri.

Da Hammamet, Bettino Craxi riflette in maniera lucidissima sulla situazione internazionale e sull’uso delle bombe come strumento di risoluzione delle controversie.

«I bombardamenti dell’aviazione americana ed inglese, almeno sino ad ora, sembrano da qualche tempo il bastone con il quale ci si industria a governare le situazioni distorte che si presentano nel mondo. Le bombe dovrebbero essere la soluzione miracolosa destinata a distruggere il male e a far rifiorire il bene. Di bombardamenti del resto, sono nell’ultimo anno, se ne possono ormai elencare non pochi. Si sa tutto di loro e dei loro bagliori, si sa poco o nulla dei risultati che le imprese della più grande, moderna, e sofisticata aviazione del mondo abbiano potuto ottenere […]

Questa situazione terribilmente intricata verrà risolta a colpi di bombe? Molto difficile. Le bombe provocheranno altri disastri ed altre vittime ed apriranno la strada a nuovi conflitti ed ad una estensione pericolosa delle reazioni e delle contro reazioni. Ripetiamo ciò che ha detto dall’alto della sua esperienza ed anche della sua saggezza un ufficiale italiano, una medaglia d’oro, che non può essere accusato di essere un pauroso. Il mito dell’arma aerea, come provano i fatti, potenza risolutrice, è giustappunto un mito. Se si dovesse passare allo scontro umano si toccherebbe un fondo che si sperava ormai estraneo alla storia delle nazioni europee. La politica e la diplomazia, senza il continuo rincorrersi di minacce e di ultimatum, debbono trovare la forza e la strada per giungere ad imporsi. La politica e la diplomazia non possono dichiarare fallimento. La bomba può essere considerata la via facile ma la pace continuerebbe ad essere difficilissima […]

Purtroppo gli italiani sono già alla frontiera. Il governo aveva detto così anche per l’aviazione. La Serbia aveva rotto le relazioni diplomatiche con tutti i Paesi della NATO tranne che con l’Italia. Era un ponte diplomatico che bisognava avere il coraggio di usare. Per tutta risposta abbiamo inviato i nostri aerei a bombardare, coprendoci sotto la formula della «difesa integrata» alla quale non crede nessuno».

Da «Bettino Craxi. Uno sguardo sul mondo. Appunti e scritti di politica estera» (Mondadori)

 

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