Il vicepresidente iracheno Nouri Maliki, Paese dai legami sempre più stretti con Mosca e Teheran, ha ribadito la ferma opposizione dell’Iraq al separatismo curdo: “Non permetteremo la creazione di una seconda Israele a nord dell’Iraq”. Il riferimento è al fatto che Israele è di fatto l’unica Nazione della regione mediorientale a caldeggiare la creazione di uno stato curdo. Gli Stati Uniti, impegnati nel supporto dei militanti curdi in Siria, si sono mostrati ambigui sulla questione per non perdere l’appoggio del governo di Baghdad. La Turchia, l’Iran e la Siria a loro volta si oppongono al separatismo curdo per paura che possa creare un effetto domino nei rispettivi Stati e nell’intera regione.
Le autoproclamate regioni curde del nord dell’Iraq terranno un referendum per l’indipendenza il 25 settembre, nonostante gli inviti di Russia e USA a posticipare la consultazione per favorire il dialogo tra Baghdad e i separatisti. Di recente, i nazionalisti curdi hanno tenuto grandi manifestazioni a favore dell’indipendenza, mentre il primo ministro iracheno Haider al-Abad ha avvertito che se i separatisti curdi terranno il referendum “giocheranno col fuoco”.
(da The Durand – Traduzione di Federico Bezzi)