Perché opporsi all’espansionismo curdo in Siria

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La Siria non ha vinto la guerra per perdere la pace. Con la Russia e gli USA sempre più in stretta cooperazione con le forze curde, è necessario discutere come si evolverà il rapporto tra la Siria e i curdi alla fine del conflitto. Una discussione che non può non tenere conto degli alleati siriani, la Russia e l’Iran; né la posizione avversa della Turchia e quella ambigua dell’America di Trump che ha voltato le spalle alla coalizione jihadista/wahabista per allearsi con le forze siriane e curde.

Quando, nell’ultimo periodo dell’Impero zarista, la Russia ingaggiò frequenti lotte con la Turchia ottomana e la Persia, i combattenti curdi videro in queste guerre una opportunità per ottenere conquiste politiche e territoriali a spese degli avversari della Russia e, allo stesso modo, la Russia usufruì della cooperazione dei combattenti curdi. Questa relazione era basata su un mutuo interesse. Dopo che la Turchia entrò nella NATO (1952), e nel 1978 nacque il Partito dei Lavoratori Curdi (PKK) imponendosi come un movimento rivoluzionario di sinistra, l’Unione Sovietica sostenne i curdi sia per ragioni ideologiche che per fare pressione contro la Turchia, uno stato tradizionalmente rivale.

Nel 1998, il leader del PKK Abdullah Öcalan fu costretto a lasciare la Siria, un paese alleato del PKK. Öcalan viaggiò a Mosca per rinforzare l’alleanza, ma a causa dei problemi economici presenti in Russia dopo il crollo del sistema sovietico, e una politica estera stagnante, non riuscì ad ottenere nulla.

Il conflitto siriano iniziato nel 2011 è, di fatto, un conflitto internazionale dove gruppi terroristici sono supportati dagli USA e dai paesi NATO tra cui Turchia, assieme ai suoi alleati Arabia Saudita e Qatar. Anche cittadini israeliani e combattenti di Hamas hanno preso parte al conflitto contro il governo siriano. I curdi hanno visto questo conflitto come una opportunità per realizzare la loro ambizione di ottenere una regione autonoma o addirittura uno stato curdo indipendente sul territorio siriano.

Recentemente i curdi hanno cooperato con l’esercito siriano per combattere il nemico comune, la Turchia. La Russia ha supportato la cosa in quanto alleato della Siria e dei curdi. Gli USA di Trump non hanno fatto nulla per venire in aiuto al loro alleato della NATO. Molti, sia in Russia che negli USA, supportano l’idea della creazione di una autonomia curda in Siria, o per la nascita di uno stato curdo. Ecco perché io mi oppongo a queste proposte:

1) La maggioranza dei siriani è contraria.

Per la maggioranza dei Siriani che ha combattuto per preservare l’integrità territoriale e costitutiva del loro paese, ogni cessione di territorio non sarà accettata. Aggiungo che, a causa dei legami dei curdi con Israele, uno dei più antichi avversari della Siria, la presenza di una zona autonoma curda in territorio siriano potrebbe portare il rischio di interferenze israeliane nel paese. Se un alleato della Siria, quale la Russia, dovesse premere per la creazione di uno Stato curdo, la cosa sarebbe vista come una pugnalata alle spalle. Fortunatamente, poiché la Russia rispetta la legge internazionale al contrario della Turchia e degli USA, essa ha ripetuto che la decisione spetta al popolo siriano.

2) La questione curda non ha niente a che vedere con il conflitto siriano.

Nonostante i conflitti che vi sono stati tra la Siria e i curdi, l’animosità tra le due parti non può essere paragonata a quella esistente tra i curdi e l’Iraq (fino alla fine degli anni ’90) o la Turchia. Nella Repubblica Araba Siriana, i cittadini curdi possono ottenere la cittadinanza e godere dei diritti degli altri cittadini siriani. Se c’è uno stato le cui azioni contro i curdi meritano l’attenzione del mondo è la Turchia, non la Siria. Perché la Siria dovrebbe essere punita per quello che è prima di tutto un problema turco? Se deve nascere un Kurdistan, il mondo deve fare pressione sulla Turchia in quanto epicentro della questione curda.

È importante oltretutto che nelle conferenze di pace si riconosca che il conflitto riguarda la Siria e i suoi alleati contro i terroristi jihadisti. I problemi tra i curdi e Damasco devono essere discussioni a parte. La cooperazione tra l’esercito siriano e i curdi contro il nemico comune turco dimostra che la questione può essere discussa pacificamente e può essere condotta senza la federalizzazione del paese. Non c’è ragione per credere che rinunciare al federalismo o al separatismo della Siria possa incrinare l’accordo.

3) Il punto di vista dell’Iran.

L’Iran ha aiutato attivamente i siriani nel conflitto da ben prima della Russia. L’Iran moderno non è solo un alleato importante della Russia, ma si può definire il più importante alleato della Russia in Medio Oriente. L’Iran ha il suo conflitto con gli insorti curdi, e proprio per questa ragione non supporterà alcuna misura che possa condurre alla creazione di un’entità autonoma curda né in Siria né nel proprio territorio.

Per tutte queste ragioni, la Russia deve considerare quali conseguenze avrebbe la sua influenza a sostegno della creazione di un separatismo curdo, o di una federalizzazione della Siria. Non significa che i russi debbano abbandonare i curdi; ma la Russia deve capire che le relazioni con Damasco e Teheran sono vitali per gli interessi del proprio paese nella regione.

(da The Duran – Traduzione di Federico Bezzi)

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