Vaccinati mascherine obbligo

Tanti vaccinati…ma mascherine all’aperto e “divieto di abbracciarsi” a Natale

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Tre quarti della popolazione è composta da vaccinati, ma dopo due anni siamo ancora all’obbligo di mascherine all’aperto. Siamo all’inizio del 2020. Macché, fine 2021, con il 2022 di lì a un passo.

Vaccinati, ma con mascherine

Sembra la storia assurda di questo Covid e di tutto il circo – perché di quello si tratta – che vi gira intorno. Tanti sforzi per controllare aria, starnuti e assembramenti. Poi corsa ad inoculazioni per tutta la popolazione (una cosa statisticamente senza senso, e per ragioni ovvie, vista la settorialità del virus), per un’asticella che sembra non avere fine: non basta il 60, non basta il 70, nemmeno l’80 e neanche il 90% di vaccinati per porvi un termine.

Il risultato è che dopo due anni torna l’obbligo delle mascherine all’aperto. Che dire, gran bel risultato.

E il Natale è sempre “da Covid”

Con la popolazione quasi interamente composta di vaccinati, non solo le mascherine, ma anche il Natale “da Covid” sembra irrinunciabile. Dovevamo evitare di abbracciarci nel 2020, dovevamo fare addirittura i cenoni via skype, e a quanto pare pure nel 2021 non cambia granché la storia. Il superprofessore, l’inimitabile, l’indiscutibile e insindacabile, l’oracolo Massimo Galli ha infatti parlato: “In famiglia a Natale bisognerà stare molto attenti: quando si incontrano ragazzi in età scolare o bambini più piccoli con i nonni più fragili ed esposti al virus, anche se vaccinati, il rischio aumenta”. Bisogna ancora “usare le mascherine finché si può. E a tavola distanziarsi e non impiegare le stesse posate e gli stessi bicchieri. Arieggiare le stanze, evitare di abbracciarsi, controllare con un tampone chi sembra avere anche un solo e semplice raffreddore. Ricordiamoci che siamo ancora in mezzo a una pandemia e che bisogna stare attenti anche se siamo vaccinati”.

E sto benedetto vaccino allora a che diamine serve, signor Oracolo? “Esiste una quota di vaccinati che per varie ragioni non ha risposto adeguatamente al vaccino e che rischia quando il virus circola di più e rischia soprattutto a causa di chi non si è vaccinato”.

Insomma, dobbiamo continuare ad inoculare. Ma così, per passione. Poco importa che non stia servendo – di fatto – a nulla.  “Il virus continua a cambiare più di quanto atteso – prosegue Galli – I vaccini ne attenuano le conseguenze. Sono uno strumento per consentirci di fare una vita quasi normale”.

Quasi normale. Con il divieto di abbracciarsi. Certo, esimio.

(di Stelio Fergola)

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