Trieste continua ad essere al centro dell’interesse non solo del mondo sindacale, ma dell’Italia intera, e il rischio Black Bloc espresso ieri è solo l’ultima delle questioni.
Trieste e la manifestazione annullata per il rischio Black Bloc
La manifestazioni di oggi, come è noto, è stata annullata. C’era la concreta possibilità di vedere in città ben 20mila persone provenienti da tutto il Paese.
Isolare i violenti pareva impossibile, e le infiltrazioni dei violenti stessi dovevano essere assolutamente scongiurate. Audio provenutici direttamente da Trieste ammonivano ben prima dell’annullamento. Si sa, ormai, che Stefano Puzzer girerà per l’Italia per raccogliere adesioni alla protesta. Ma l’invito era stato chiaro: non venite a Trieste, è una trappola. Invito ribadito da Puzzer stesso nel video poi diffuso sui social network.
Fatto sta che non ci sarà nessuno, almeno ufficialmente. Scrivo “ufficialmente” perché non è scontato non vi sia alcun tipo di sommovimento.
Strategicamente è stata una scelta saggia?
Ci sarebbe da domandarsi esattamente questo.
Chi scrive non è un esperto di strategie sindacali o di manifestazioni, dunque se lo chiede sinceramente. C’è chi dice che fermarsi per non attirare i disordini sia stato l’approccio migliore. Ma anche chi afferma che Puzzer avrebbe potuto tranquillamente esentare sé stesso e il movimento da qualsiasi responsabilità, affermando – sostanzialmente – di non poter controllare la violenza di persone che non hanno nulla a che fare con la protesta.
L’attore David Gramiccioli, ieri intervistato nella diretta di Informare X Resistere, è di questo avviso. Secondo questa visione sarebbe bastato un comunicato o una diretta. Come a dire: “I manifestanti non sono forze dell’ordine”. Il che indubbiamente ha una sua logica.
Ci sarebbe anche da dire quanto ciò, mediaticamente, conti poco. Visto che il risultato finale di eventuali infiltrati, nonostante l’assoluta razionalità di comprendere che i manifestanti non siano poliziotti che debbano tenere sotto controllo i violenti, sarebbe quello di parlare genericamente di “portuali violenti”.
E questo, comunque la si veda, in passato non ha mai giovato alle proteste. Vedremo cosa accadrà.
(di Stelio Fergola)