Limes fascista? Ecco l’ultimo delirio degli anti-italiani

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Nella vita ci sono cose che ti aspetti, che rientrano nel campo della normalità, dell’ordinario. Ci sono poi eventi imprevisti e imprevedibili, che sconvolgono la quotidianità. Tuttavia, l’accusa di fascismo lanciata verso una rivista del gruppo Gedi (che fu di De Benedetti), supera ogni umana aspettativa. È quanto accaduto a Limes, rivista dominus incontrastata dell’analisi geopolitica in Italia. La colpa? Aver analizzato con metodo scientifico le questioni nazionali abbandonando ogni condizionamento culturale. Ma facciamo alcuni esempi.

Limes, critiche all’UE e interesse nazionale

Un primo motivo dietro le accuse di uno spostamento a destra della rivista arrivano per la sua posizione critica nei confronti dell’Unione Europea. Sotto attacco più volte da parte delle firme di Limes a causa della sua totale irrilevanza geopolitica, l’UE è stata descritta, in articoli e video, per quella che è: un soggetto raccogliticcio, fragile, in cui non crede nessuno e che geopoliticamente rappresenta più un danno che una risorsa per gli Stati europei.

Ovviamente l’idea di un’analisi impietosa verso madame UE ha mandato su tutte le furie gli eurolirici nostrani, partiti con le classiche accuse di sovranismo. Critica che risulta però alquanto ridicola se consideriamo il fatto che la stessa Limes abbia più volte specificato nelle sue analisi come anche la posizione dei sovranisti fosse, a parere dei suoi analisti, sostanzialmente da rigettare.

Il problema alla base di questi attacchi è d’altronde squisitamente culturale, e risiede nell’assoluta natura anti-italiana della sinistra nostrana. Il fatto è che una rivista che si occupa di geopolitica non può prescindere da un elemento chiave: la tutela dell’interesse nazionale. È ovvio e normale dunque che ci si interroghi su come il nostro Paese possa muoversi per meglio tutelare la propria posizione.

Tuttavia la parola “nazionale” puzza già di fascista per chi è convinto che esista un mondo senza Patrie, in cui tutti si amano e si tendono la mano. Piccola notizia, magari sfuggita a questi soloni: tutte le nazioni, grandi o piccole, liberali o socialiste, tutelano il proprio interesse, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per il Regno Unito e Cuba.

Italiani popolo omogeneo, e delirano anche a destra

Un argomento toccato dalla rivista ha però accomunato nella protesta le due schiere anti-italiane di destra e di sinistra, ed è quello della omogeneità degli italiani. In un bellissimo articolo a firma di Dario Fabbri infatti viene analizzato il nostro Paese dal punto di vista delle presunte divisioni tra la popolazione. Ebbene il quadro che ne emerge è in perfetta controtendenza alla narrazione (a parere di chi scrive patetica) che vuole l’Italia formata da vari popoli separati da insormontabili differenze culturali.

In questa analisi Limes smonta questa retorica pezzo per pezzo, evidenziando come, al contrario di come voglia certa vulgata anti-nazionale, l’Italia sia non sono un Paese assolutamente omogeneo, ma uno tra i più omogenei tra le “potenze” occidentali, attirandosi le critiche di chi ama denigrare ad ogni costo la nazione e di chi si rifugia in microidentitarismi da condominio.

Limes, le critiche e la faziosità

Si badi, qui non si sta scrivendo un elogio alla rivista del gruppo GEDI volendo attribuirgli una sorta di infallibilità nelle analisi. Tuttavia appare evidente che queste siano condotte, caso rarissimo (Deo gratias!), con approccio assolutamente scientifico ed imparziale. Sono per questo incriticabili? Certo che no. Ma ad un’analisi condotta scientificamente si risponde con altre analisi ad essa contrarie che smentiscano quei dati, di certo non con sensazioni personali o lanciandosi in accuse di faziosità francamente ridicole.

Ma probabilmente chiedere rigore scientifico all’anti-italianismo è pretendere decisamente troppo.

(di Simone De Rosa)

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