Vaccino AntiCovid: primula sul petto e patentino per il bar. Idee fantastiche e dove trovarle

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“NON LEGGONO NEMMENO LA SCADENZA DEL LATTE, ‘STI ITALIANI, EPPURE HANNO LA PRETESA DI PROVARE A CAPIRE COSA GLI VERRÀ INIETTATO IN CORPO PER COMBATTERE IL MALE DEL SECOLO CHE, NEL 95% DEI CASI, NON PROVOCA ALCUN SINTOMO AI POSITIVI.”

 

Vaccino AntiCovid, la giornata di ieri

 

Today is the day.

Saranno un’infermiera, un operatore socio sanitario, una ricercatrice e due medici dell’Istituto nazionale di Malattie infettive Spallanzani di Roma i primi cinque a ricevere oggi il vaccino contro il Covid, giunto in Italia con il massimo spiegamento di forze di sicurezza, a bordo di un suggestivo furgoncino, il 25 dicembre.

Dallo Spallanzani, con l’ausilio dei mezzi dell’esercito, il vaccino è già in distribuzione a 21 siti nazionali in cui sarà stoccato e fornito capillarmente sul territorio nazionale.

“Un segnale di speranza” lo ha definito il premier Conte, smentendo più volte ogni ipotesi – “per ora” – di obbligatorietà del vaccino.

Il Premier, sul tema vaccini, mostra una apparente ragionevolezza – quel “per ora” lascia aperti molti scenari – che pare essere del tutto estranea ad una ampia frangia dell’intellighenzia di sinistra.

Semicolti di ogni estrazione, da mesi profondono ogni sforzo nella missione di dimostrare che gli Italiani non sono in grado di autodeterminarsi, sono un popolo di irresponsabili ed hanno bisogno di obblighi e divieti per sopravvivere alla loro stessa ignoranza.

Così, la perennemente arrabbiata Tiziana Ferrario, che un tempo sorrideva dal bancone del TG1, oggi suggerisce “Nessun obbligo per il vaccino. Ma se non sei vaccinato certe cose non le fai. Niente aerei, niente scuola, niente treni niente cure sanitarie. Che ne dite?”.

Bene.

Le fa eco il dotto Alessandro Gassman – sì, quello che dobbiamo aprire i porti se no resteremmo senza pomodori –  che dal suo profilo Twitter sentenzia: «Sarò tra i primi a farmi vaccinare e spero che a chi non si vaccina non sia permesso entrare nei negozi, ristoranti, aeroporti. So che scateno un putiferio, ma lo penso sinceramente»

Molto bene.

Non è ancora l’apice, ma un punto significativamente alto lo abbiamo toccato allorché l’On.le Davide Faraone, sempre fedele a sé stesso, promuovendo l’ideona dell’obbligo vaccinale, derideva gli italiani così: «A quanto pare il vaccino anti-Covid non sarà obbligatorio per non urtare la sensibilità di Fragolina76 e Uomotigre58 che dopo approfonditi studi hanno appurato la presenza di un microchip collegato alle antenne del 5G che ci trasformerà tutti in rettiliani con la faccia di Bill Gates. Caro No-Vax, vuoi essere “libero” di non vaccinarti? Prego fai pure…Vuoi essere “libero” di infettare gli altri e costringere il Paese alla paralisi eterna? Scordatelo». Suggestiva la sua proposta di un proporre il patentino di vaccinazione pure per andare al bar.

Benissimo.

Pare che su alcuni argomenti – Covid sopra tutti – nessuno abbia diritto di porsi domande, di dubitare.

Chi lo fa è un gretto, ignorante, negazionista – magari pure un po’ fascista, che sta bene su tutto – e merita di essere dileggiato da Davide Faraone & Co.

Gli italiani devono solo eseguire, così da raccogliere il plauso soddisfatto di quelli che – loro sì – sanno come va il mondo e possono parlare quanto vogliono e di cosa vogliono.

Gli altri devono tacere.

Tacere, sì.

Ancora riecheggia, poderoso, il monito di Andrea Romano: “quelli che lavorano contro i vaccini, quelli lì dovranno essere zittiti, non bisognerà nemmeno dargli diritto di parola, da nessuna parte, lo dico a tutti, giornalisti, politici, tecnici eccetera…stavolta non scherziamo più!“.

Molto più che bene.

E poi c’è lei, Myrta Merlino – former Lady Arcuri – esterrefatta perché un italiano su tre non starebbe bramando l’inoculazione del vaccino: “non leggono nemmeno quando scade il latte, ma prima di farsi il #VaccinoAntiCovid vogliono vedere i dati perché non si fidano. Vabbè…“

Già, non leggono nemmeno le scadenze, ‘sti italiani.

Eppure hanno la pretesa di provare a capire cosa gli verrà iniettato in corpo per combattere il male del secolo, che nel 95% dei casi non provoca alcun sintomo ai positivi.

Hanno l’ardire, questi ignoranti, di porsi domande sull’affidabilità di un vaccino sviluppato in pochi mesi – normalmente servono diversi anni – senza alcun dato sulle reazioni avverse sul lungo periodo e con una sperimentazione lampo.

Ma l’idea regina è quella del Fatto Quotidiano: la primula sul petto.

Vi ricorda qualcosa?

“Sarebbe una buona idea far indossare questo fiore a chi aderirà alla campagna, ovvero a chi farà il vaccino. […] Se in un luogo pubblico quasi tutti indosseranno la primula – dichiarando così di essersi vaccinati – quelli che non la indosseranno saranno visti meno di buon occhio e verranno isolati. Questo imbarazzo potrebbe spingere molti indecisi a scegliere di vaccinarsi” (così l’esperto di comunicazione politica Venturini, il 14 dicembre sul Blog del FQ)

Vergognatevi.

E, compunti di vergogna, eseguite. Se no, niente bar, treni, aerei, scuola e teatro.

Roba da trasformare qualunque essere pensante in un antivax per reazione.

È un mondo meraviglioso.

(di Dalila di Dio – articolo originale su Informazione Cattolica)

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