Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

Chef Rubio: “Trieste colpa di impreparazione poliziotti”. Ed è bufera

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È bufera per le dichiarazioni del noto chef tv Rubio, al secolo Gabriele Rubini, espresse tramite il suo profilo twitter in merito ai fatti di Trieste.

Chef Rubio: Trieste? Poliziotti impreparati

Nel tweet incriminato Rubini imputa la colpa della morte dei due poliziotti al “sistema”, colpevole di mandare per strada giovani impreparati. “Con voi non mi sento sicuro” scrive lo chef, e monta la polemica.

Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

Polemica contro chef Rubio: le repliche

Non si sono fatte attendere le repliche. Come quelle di Matteo Salvini che scrive:

Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

In seguito alle accuse da parte di Rubio di mistificazione del messaggio e sciacallaggio il leader della Lega risponde ancora:

Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

Fra le risposte anche quelle di Giorgia Meloni e Rita Dalla Chiesa:

Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

Chef Rubio: "Trieste colpa di impreparazione poliziotti". Ed è bufera

Ma la reazione che fa più rumore è sicuramente quella di Matteo Demengo, fratello di uno dei due poliziotti uccisi che replica fuorioso:

Sono il fratello del poliziotto impreparato. Beh tieni sempre la guardia alta quando giri perchè se colgo impreparato pure te fai la fine di mio fratello! Uomo di merda! Ti auguro di perdere un tuo caro!

Rubio: su Trieste dette stesse cose del sindacato di polizia, che però lo attacca

Lo chef dal canto suo si difende, sottolineando come il suo fosse un attacco non ai due poliziotti ma allo Stato che non gli fornisce adeguati mezzi per difendersi.

L’intenzione sarebbe stata dunque quella di mandare un messaggio simile a quello lanciato dal Sindacato di Polizia (SAP) che ha messo in luce dubbi su possibili difetti delle fondine in dotazione agli agenti e lamentato, in una nota, “così non si può lavorare”.

Il SAP sembra però rigettare questa comunanza. Come riporta ImolaOggi, Giuseppe Tiani, segretario generale del sindacato di polizia, ha infatti dichiarato:

Avremmo preferito restare in silenzio a riflettere sulla caducità della vita e del lavoro dei poliziotti, seriamente minacciata da più parti, ma le volgari parole espresse sui tragici fatti di Trieste con un tweet da tale Chef Rubio, ormai più personaggetto che persona, impongono una ferma presa di posizione nel rispetto del martirio dei due giovani colleghi caduti nell’adempimento del quotidiano servizio per il bene della collettività.

Questo nuovo guru di cotanta intellighenzia, infatti, vorrebbe ammantare le proprie parole di una qualche dignità politica partendo dall’accusare il “sistema”, termine buono per tutte le stagioni, reo di produrre schiere di poliziotti che costituirebbero una minaccia per il cittadino. Ed è lì il bersaglio grosso, poliziotti impreparati fisicamente e psicologicamente di cui aver paura. (…)

(…) Cioè, nel filo conduttore che lo contraddistingue, il nuovo profeta coglie la possibilità per un altro dei suoi strali contro lo Stato, le sue Leggi e chi tenta ogni giorno, tra mille difficoltà e impedimenti, di farle rispettare. La volgarità di tale pensiero, negli stessi tragici attimi in cui il sangue versato non si è ancora rappreso, suscita nausea e senso di ribellione non solo in centinaia di migliaia di donne e uomini in divisa che ogni giorno, in Italia ma anche all’estero, servono con onore e dignità il proprio Paese ma in tutte le persone oneste e per bene, la stragrande maggioranza, che stanno piangendo con noi la scomparsa di due dei suoi figli migliori. (…)

(…) I colleghi di Trieste erano seri, preparati e perfettamente stabili psicologicamente ma la tragedia che li ha coinvolti è anche frutto dell’incertezza operativa causata dalle continue interferenze dei tuttologhi professionisti della sicurezza che, così come i professionisti dell’antimafia, inquinano, orientando il main stream, i temi che possono e devono essere trattati solo da chi la sicurezza la tutela ogni giorno . A differenza dei personaggetti dei “salotti buoni” dei social, i poliziotti vivono quotidianamente nel mondo reale affrontando le difficoltà operative con dedizione e sacrificio sapendo di essere sempre soli con la sola compagnia, per chi crede, del crocifisso affisso nei nostri uffici e nei nostri cuori”.

 

(La Redazione)

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