Il Museo delle Aviotruppe di Pisa, una panoramica

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A Pisa, in Via di Gello 138, è ubicato il Museo delle Aviotruppe Militari dell’Esercito Italiano. Nacque con il nome di “Sala Ricordi” nella Caserma Vannucci di Livorno e solo in un successivo momento fu trasferito presso il Centro Addestramento Paracadutisti, all’ombra della Torre Pendente. Dal 2002 il materiale aumentò anche grazie alle donazioni: il 26 aprile dello stesso anno il Museo venne aperto ufficialmente al pubblico alla presenza del Presidente Emerito della Repubblica, Sen. Francesco Cossiga.

Il visitatore è accolto da una prima sala volta a ricordare tutti i paracadutisti che hanno ricevuto una Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria dal 1942 al 2011: si può notare il cambiamento di istituzione, nel senso che il “Ministero della Guerra” è diventato il “Ministero della Difesa” a partire dal 1947. Compare anche un monumento con quattro paracadutisti e un paracadute realizzato dal Generale di C. A. Par. Franco De Vita in data 30/12/1989.

Le rimanenti sale del museo si snodano lungo un percorso espositivo che va dalla Prima Guerra Mondiale ai giorni nostri senza trascurare i prototipi di paracadute inventati da Leonardo da Vinci. Nel 1918 furono compiuti i primi lanci a Vittorio Veneto a scopi informativi; il paracadute si chiamava “aereo discensore”.

Vent’anni più tardi, grazie a Italo Balbo, a Castel Benito (oggi Ben Gascir, in Libia) fu costituito il primo battaglione paracadutisti delle forze armate italiane con la denominazione di “fanti dell’aria”: esso non comprendeva solo libici ma anche italiani. L’anno seguente venne istituita la prima scuola di paracadutismo in Italia a Tarquinia che ebbe Turrini come istruttore più importante, ma nel 1943, a causa dei bombardamenti, fu rimpiazzata da quella di Viterbo.

In data 30 aprile 1941 fu effettuato il primo lancio di 75 paracadutisti da Lecce su Cefalonia. Senza dubbio l’evento più famoso legato alla Folgore è l’impresa di El Alamein (23 ottobre – 4 novembre 1942): l’allestimento di tabelloni, plastici, divise e disegni originali di Caccia Dominioni permette al visitatore di percepire tutte le sensazioni provate dai soldati in battaglia. C’è persino la riproduzione di una “buca”, ossia un luogo circolare scavato a mano dagli stessi paracadutisti per nascondersi dall’arrivo dei carri armati inglesi.

Due sale opposte sono dedicate a chi ha fatto due scelte altrettanto opposte dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ossia a chi ha scelto di combattere per gli angloamericani e chi per i tedeschi. Nello specifico, a Tradate (VA) era stata costituita la Scuola Paracadutisti della RSI.

La Folgore fu ricostituita dopo la guerra e tornò a chiamarsi così in modo effettivo solo dal 10 giugno 1967; peraltro fu introdotto il basco amaranto dal 1° luglio del predetto anno.

Alcuni reperti sono volti a ricordare i caduti del tragico incidente della Meloria del 9 novembre 1971 in cui persero la vita 46 paracadutisti italiani e 6 militari britannici.

Le sale finali, invece, sono dedicate alle missioni in cui la Folgore è stata coinvolta (Libano, Somalia, Bosnia-Erzegovina e Afghanistan). Ci sono anche materiali recanti scritte in arabo e bosniaco. Menzione speciale va al Centro Sportivo di Paracadutismo e alla missione in Antartide: Paolo Nespoli, astronauta dell’ESA, era sottufficiale istruttore di paracadutismo proprio a Pisa.

Il Museo delle Aviotruppe, nel complesso, concede ai visitatori un viaggio nel tempo e nello spazio nonché un’occasione per riscoprire parti della storia italiana ormai ingiustamente dimenticate.

(di Giulia Re)

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