Contro il “sessualmente corretto”: intervista a Nino Spirlì

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Abbiamo raggiunto Nino Spirlì, scrittore e autore TV, per un’intervista in merito al suo pensiero “non conforme” sull’omosessualità. Una visione totalmente distante dallo stereotipo esasperato LGBT.

Cosa ti ha portato a raccontarti in “Diario di una vecchia checca” ?

Esiste un giorno, nella vita di ognuno di noi, in cui pensi che anche tu possa e debba fare qualcosa per impedire che le menzogne diventino realtà. Un giorno in cui senti quel terremoto sotto pelle che non sai domare. Ecco, era l’estate del 2011 ed ero libero da impegni di lavoro e avevo deciso che fosse venuto il momento di raccontare come la vita di un omosessuale in pace con se stesso non fosse così diversa da quella di qualsiasi altro comune mortale. Una vita di gioie e dolori, di banalità, di silenzi e urla. Di Dio e di dubbi. Una vita NON speciale. Non arcobaleno. Non minoritaria, né maggioritaria. Una vita non omologata al pensiero comune attuale, che vorrebbe incoronare gli omosessuali come fossero superuomini. Quella vita volevo raccontare, quella vita ho raccontato.

Ritieni sia giusto concentrare il proprio impegno politico sulla sessualità come ha fatto l’omosessualismo militante?

Ma proprio no! Chi ha fatto le ultime leggi sui diritti degli omosessuali, per esempio, ha esagerato in eccesso. Sulla possibilità di adottare dei bambini, tanto per dire. E sulla conseguente genitorialità. Una follia! Un bambino ha bisogno di una coppia di genitori, e non di un paio. A paia, si indossano i guanti, i gemelli da polsino, le scarpe. Non le mamme o i papà.

Ti senti di condividere le istanze sollevate a gran voce dalla comunità LGBT?

Non mi riconosco nelle categorie. Non le ho mai amate. Men che meno in quella assurda che mette insieme una macedonia di personalità completamente diverse fra loro e che non hanno alcun legame. Cosa lega un omosessuale ad un transessuale? E una lesbica ad un bisessuale? Una natura nega l’altra. Dunque, no: non condivido. E, poi, la “gran voce” sarebbero i gaypride? Quel carnevale osceno e senza dignità che larva per le strade delle città col suo carico di volgarità e bestemmie? Anche no, grazie! I sentimenti e le nature intime sono cose personali, e non possono diventare rivendicazioni sociali o politiche.

Che differenza c’è secondo te fra gay ed omosessuale?

La stessa che c’è fra un cretino e una persona a modo e perbene. Omosessuale è una possibilità naturale, che può piacere o non piacere, ma esiste. Gay è una interpretazione all’americana di una provocazione da frustrato. Essere omosessuale non fa gossip, al limite porta ricchezza. Penso a Socrate, ad Alessandro, ad Achille, a Leonardo, a Michelangelo, Caravaggio, Wilde, Saffo… Gay è tutta quella spazzatura paillettata che i media impongono come fosse il DNA del futuro. Un orrore.

Quali sono i tuoi riferimenti culturali?
Gesù Cristo. La Bibbia e Platone, Pirandello e Wilde, le tele di Leonardo e i marmi di Canova, la saggezza dei miei Nonni contadini. I Santi e i Difensori della Cultura Occidentale.

(di Emilio Bangalterra)

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